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rapporti - Deliverable

Modelli e metodi per valutare gli effetti della mobilità urbana sull’ambiente

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Modelli e metodi per valutare gli effetti della mobilità urbana sull’ambiente

Metodologie per la valutazione dell’impatto sul comparto atmosferico di politiche dimobilità basate sulla penetrazione del veicolo elettrico. Descrizione ed applicazione di unatecnica LCA, integrata dalla metodologia dei costi esterni. Applicazione preliminare di unostrumento modellistico per la ricostruzione della qualità dell’aria in un’area urbana

Il presente rapporto descrive lo sviluppo e l’applicazione di due metodologie volte a quantificare l’impatto ambientale sul comparto atmosferico di politiche d’intervento sulla mobilità. La prima a partire dai risultati dell’applicazione della metodologia Life cycle analysis (LCA) indirizzata a stimare i fattori di pressione ambientale dell’intero ciclo di vita di alcune tipologie di auto, sia elettriche che tradizionali, è finalizzata alla definizione e valutazione di un unico indicatore aggregato di performance ambientale: i costi esterni (misurati in €). La metodologia è stata applicata al ciclo di vita di auto a benzina a combustione interna (ICE) ibride (HEV) ibride plug-in (PHEV) con diversi livelli di autonomia e auto puramente elettriche (BEV). Sono stati inoltre considerati due scenari: uno attuale con pochi veicoli ed uno al 2030 con una diffusione spinta dei veicoli BEV e PHEV. Nel primo caso il veicolo migliore risulta il PHEV con 16 km di autonomia con un costo esterno per 100 km pari a 1.13 €,seguito dagli altri PHEV. Il veicolo con i più alti costi esterni ambientali risulta il veicolo a benzina tradizionale (ICE) con 1.60 €/100 km. Nello scenario 2030 i veicoli migliori sono i PHEV con 32 e 64 km di autonomia, entrambi con costi esterni di circa 1.05 €/100km. Abbastanza simili sono BEV e PHEV 16 con costi esterni di 1.1 €/km, mentre i veicoli non ricaricabili dalla rete (HEV ed ICE) hanno costi esterni più alti (rispettivamente 1.23 ed 1.63 €/100km). La seconda parte del rapporto descrive invece l’attività di indagine bibliografica e scelta di uno strumento modellistico adeguato alla ricostruzione della variabilità spaziale degli inquinanti atmosferici all’interno dell’area urbana. La fase preliminare dell’attività è stata deputata all’analisi della recente letteratura, grazie alla quale è stato possibile individuare tra i diversi approcci quello più rispondente agli obiettivi dell’attività, sia in termini metodologici che di vincoli legati alle risorse di calcolo necessarie. Il risultato di tale analisi ha portato alla scelta dell’approccio ritenuto più idoneo, cosiddetto di modellistica ibrida,basato sull’accoppiamento in modalità off-line di un modello di chimica e trasporto con un codice di dispersione di scala locale. Per quanto riguarda quest’ultimo strumento la scelta è caduta sul codice AUSTAL. L’attività è stata completa attraverso la realizzazione ad un caso prova su un’area d’interesse, collocata all’interno della città di Milano.

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