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Modellistica di dispersione a scala locale: definizione di regulatory model nazionale mediante validazioni sperimentali

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Modellistica di dispersione a scala locale: definizione di regulatory model nazionale mediante validazioni sperimentali

Recently updated on Aprile 7th, 2021 at 01:19 pm

Esiste oggi una richiesta sempre più evidente di risposte alle problematiche di ricerca e sviluppo in campo atmosferico, a causa dei fenomeni che avvengono all’interno di questa fondamentale risorsa, siano essi naturali oppure indotti dalla presenza dell’uomo. Molti di questi fenomeni hanno a loro volta un impatto di ritorno notevole sulle attività umane e sulla qualità della vita. La modellistica numerica è uno strumento potenzialmente in grado di fornire un notevole ausilio in questo campo. Essa costituisce un mezzo in grado di descrivere meccanismi e prevedere situazioni anche molto complesse, mettendo assieme l’informazione che deriva dalla misura diretta e da considerazioni teoriche. Nel campo della qualità dell’aria, la consapevolezza di questa possibilità ha portato recentemente all’introduzione, a livello Europeo, di direttive (96/61/CE) che impongono l’utilizzo della modellistica di trasporto e dispersione degli inquinanti, in ausilio alle reti di monitoraggio dell’inquinamento di impianti industriali. Occorre tenere conto che l’Italia costituisce un laboratorio naturale per lo studio di molti fenomeni, a causa della sua struttura morfologica complessa, la presenza di interfaccia terra-mare, la possibilità di situazioni di vento debole (favorevoli all’inquinamento atmosferico) e di vento forte (favorevoli allo sfruttamento eolico), e dell’esistenza di un grande numero di insediamenti urbani ed industriali, che subiscono l’influenza di questo tipo di condizioni. Diventa quindi un’attività di una certa rilevanza proporre ricerche e standard modellistici adeguati per le nostre regioni. La tecnologia dei modelli di dispersione lagrangiani a particelle è una delle più promettenti in questo campo, in grado di fornire risposte alle problematiche fin qui descritte. In particolare, il codice lagrangiano “a particelle” SPRAY (Tinarelli et al., 1994, Tinarelli, 1999), sviluppato in collaborazione con diversi istituti scientifici nazionali ed internazionali, si è dimostrato in questi anni uno strumento avanzato ed affidabile per il trattamento della dispersione degli inquinanti in atmosfera: utilizzato sia per le sorgenti puntuali (emissioni delle centrali termoelettriche), che per le emissioni areali o lineari di sorgenti qualsiasi (emissioni da traffico, riscaldamento e discariche), può trattare le situazioni di difficile simulazione per gli altri tipi di modelli che sono presenti in grande misura sul territorio Italiano. Scopo del presente lavoro è di fornire una panoramica delle attività realizzate per poter portare il codice SPRAY a livello di modello “regulatory” per gli studi di impatto ambientale a livello nazionale. Questo risultato può essere ottenuto attraverso un’attività di promozione presso gli enti preposti all’utilizzo della modellistica di dispersione, o presso le organizzazioni che devono istituzionalmente dettare delle linee guida, sia a livello nazionale che internazionale. Allo stesso tempo è necessaria un’attività di verifica del modello o di sue nuove componenti, sviluppate in modo da allargarne l’utilizzo allo spettro di situazioni che possono verificarsi sul nostro territorio

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