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Piattaforme multipurpose offshore: valutazione delle sinergie più promettenti, analisi delle infrastrutture e previsioni di penetrazione nel Mediterraneo

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Piattaforme multipurpose offshore: valutazione delle sinergie più promettenti, analisi delle infrastrutture e previsioni di penetrazione nel Mediterraneo

Le piattaforme multipurpose offshore per le fonti rinnovabili sembrano avere un buon potenziale di sviluppo a medio e lungo termine. Partendo dalla tecnologia eolica offshore, sono state considerate combinazioni di quest’ultima con dispositivi per la produzione energetica da onde e correnti e con altre attività quali la dissalazione e l’acquacoltura. Sono stati, in particolare, compiuti approfondimenti riguardo alle possibili sinergie, alle infrastrutture necessarie e agli scenari di sviluppo in tutto il bacino del Mediterraneo.

Le piattaforme “multipurpose” offshore per le rinnovabili, attualmente in fase di studio, sono particolarmente interessanti perchè, integrando varie attività con la produzione di energia da fonti rinnovabili offshore, potrebbero consentire l’ottimizzazione dei costi di installazione e gestione dell’impianto e “densificare” e differenziare l’utilizzo dell’area marina, riducendo i possibili conflitti con le attività “tradizionali”, quali la pesca e la navigazione. Il Mediterraneo presenta risorse rinnovabili offshore minori di quelle del Mare del Nord e dell’Oceano Atlantico, zone per le quali sono oggi progettati tutti i dispositivi negli stadi più avanzati di studio e sviluppo. Inoltre le acque più profonde del Mediterraneo richiedono, in gran parte, l’installazione di sistemi galleggianti, tecnologia attualmente allo stadio prototipale. Allo scopo di delineare, anche se in via preliminare, dei possibili scenari di sviluppo delle piattaforme “multipurpose” nell’area del Mediterraneo, sono stati approfonditi tre aspetti: le possibili sinergie, le infrastrutture richieste e la selezione delle aree ritenute più idonee all’installazione di determinate combinazioni di tecnologie. Riguardo alle sinergie, si è partiti dall’analisi della più semplice, la condivisione della stessa area marina, esaminando poi la condivisione delle infrastrutture, le sinergie derivanti dall’integrazione dei processi tecnologici (in particolare con dispositivi per la produzione di energia da onde e correnti) e le sinergie con altre attività. Le attività che si sono evidenziate come le più promettenti per l’integrazionecon le piattaforme offshore per le rinnovabili per l’area del Mediterraneo sono l’acquacoltura, i dispositivi per energia dalle onde in combinazione con i frangiflutti e la dissalazione. Riguardo alle infrastrutture, partendo dall’esperienza dei parchi eolici offshore già installati nel Mare del Nord, sono stati analizzati i mezzi navali necessari per l’installazione e la manutenzione delle piattaforme offshore, i porti utilizzabili per le stesse attività, e le reti elettriche di trasmissione dell’energia prodotta dalle piattaforme ai centri di carico sulla terraferma. Per quanto riguarda i possibili scenari di sviluppo delle piattaforme “multipurpose” nel MareMediterraneo, ed in particolare in Italia, sono state incrociate informazioni riguardanti i tre principali fattori che influenzano la scelta delle aree più promettenti: distanza dalla costa, profondità delle acque e presenza di risorse significative al fine della produzione energetica, anche sulla base dell’esperienza maturata nel progetto europeo ORECCA, conclusosi alla fine di agosto 2011. Dopo tale data, RSE ha sponsorizzato la costruzione di un WebGIS contenente le informazioni ed i risultati del progetto ORECCA, che rappresenta il primo approccio integrato a un atlante europeo delle risorse rinnovabili offshore.

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