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Possibili miglioramenti della tecnologia di denitrificazione dei fumi con la riduzione catalitica selettiva: valutazione dei processi di rigenerazione dei catalizzatori

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Possibili miglioramenti della tecnologia di denitrificazione dei fumi con la riduzione catalitica selettiva: valutazione dei processi di rigenerazione dei catalizzatori

Recently updated on Aprile 7th, 2021 at 12:13 pm

Il progetto di Ricerca “EMICO-CONTENIMENTO DELLE EMISSIONI” mira nel suo complesso a fornire al sistema elettrico nazionale italiano elementi concreti per una politica ottimale di controllo delle emissioni dagli impianti di generazione per combustione. Riguardo all’abbattimento degli NO x dagli effluenti delle centrali termoelettriche, uno degli obiettivi che ci si propone di raggiungere è la definizione e dimostrazione di un insieme di nuove tecnologie tese a migliorare la compatibilità ambientale dei sistemi DeNOx basati sul processo di Riduzione Catalitica Selettiva con ammoniaca (NH 3 -SCR) e nello stesso tempo capaci di ridurne i costi di esercizio. Tra tali tecnologie, notevole interesse riveste la verifica della rigenerabilità dei catalizzatori SCR giunti a fine vita. Infatti, la messa a punto di procedure in grado di determinare un completo recupero dell’attività catalitica di catalizzatori esausti comporterebbe notevoli vantaggi, sia in termini economici (allungamento della vita di esercizio dei catalizzatori), che di ecocompatibilità ambientale (minore quantità di reflui da smaltire). L’attività su cui si riferisce nel presente rapporto è stata dedicata in particolare all’individuazione ed alla verifica di procedure di rigenerazione di catalizzatori SCR avvelenati a causa del deposito di arsenico sulla loro superficie. La sperimentazione eseguita ed i principali risultati raggiunti vengono di seguito riassunti: 1. Per sopperire alla mancanza di catalizzatori avvelenati in condizioni reali di esercizio, è stata messa a punto una procedura di avvelenamento sintetico dei catalizzatori in forma di monoliti mediante deposizione controllata di ossido di arsenico sulla loro superficie; 2. E’ stata eseguita la caratterizzazione chimico-fisica dei catalizzatori avvelenati per via sintetica ed è stata effettuata la determinazione del loro grado di avvelenamento attraverso misure di attività catalitica; 3. Per verificare la possibilità di recuperare l’attività catalitica dei campioni avvelenati sono state messe a punto le seguenti tecniche di rigenerazione: lavaggio in flusso con acqua o soluzioni acide (maggiormente idoneo per l’applicazione extra-situ), idro-pulitura, e idro-sabbiatura con mezzo acquoso (come tecniche che permettono una più facile attuazione in-situ); 4. L’efficacia delle varie tecniche di rigenerazione è stata valutata attraverso la determinazione del grado di recupero dell’efficienza di conversione di NO dei catalizzatori trattati. E’ stato così verificato che nessuna delle tecniche di rigenerazione impiegata è in grado di eliminare l’avvelenamento da arsenico. 5. L’idro-pulitura e l’idro-sabbiatura non esibiscono alcun effetto e mantengono sostanzialmente invariato il grado di avvelenamento dei campioni trattati con esse. Quest’ultima evidenza sperimentale può essere interpretata con una occlusione dei pori del catalizzatore, da parte di precitati di As 2 O 3 , non eliminabile mediante tecniche ad azione prevalentemente superficiale quali l’idropulitura e l’idro-sabbiatura. Al contrario,

il lavaggio in flusso, probabilmente a causa di una parziale lisciviazione di fase attiva (V 2 O 5 e/o WO 3 ) durante il lavaggio, determina addirittura un ulteriore decremento dell’attività catalitica dei catalizzatori trattati.

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