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Previsione dell’evoluzione delle emissioni di gas serra del comparto elettrico italiano nel prossimo ventennio

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Previsione dell’evoluzione delle emissioni di gas serra del comparto elettrico italiano nel prossimo ventennio

Recently updated on Aprile 7th, 2021 at 01:18 pm

Il rapporto si inserisce nell’attività del progetto EVINGEN, sottoprogetto FUTGEN, per quanto riguarda l’analisi degli scenari di evoluzione del sistema di generazione elettrica nei prossimi decenni. SI ritiene infatti di primaria importanza accompagnare le specifiche attività di innovazione delle tecnologie di generazione con valutazioni previsionali che, pur con tutti i limiti e le incertezze insite in qualsiasi previsione, consentono quantomeno di individuare le principali linee di tendenza nell’uso delle fonti energetiche e nell’evoluzione delle tecnologie di conversione. Tali analisi devono tener conto di una serie di esigenze e vincoli fra loro almeno in parte contrastanti: – soddisfare il crescente fabbisogno di energia elettrica – contenere gli effetti dannosi sull’ambiente, fra i quali le emissioni di CO 2 tendono ad assumere il ruolo dominante – assicurare all’industria nazionale e alla popolazione elettricità a costi ragionevoli – garantire la sicurezza dell’approvvigionamento energetico, attraverso un opportuno mix di combustibili che eviti un’eccessiva dipendenza da una sola fonte e da pochi Paesi. In precedenti studi [1] e [2], adottando due approcci differenti e complementari, è stata svolta un’analisi essenzialmente basata su criteri economici, a prescindere da vincoli ambientali: le analisi svolte hanno portato a prevedere un crescente ricorso a cicli combinati a gas, ma anche un ruolo significativo del carbone, anche ricorrendo a tecnologie di più elevata efficienza. Tali risultati sono accompagnati da una sensibile crescita delle emissioni di CO2, conseguente ad un’aspettativa, generalmente condivisa, di notevole crescita della domanda elettrica, e nonostante una certa riduzione delle emissioni specifiche. Il presente rapporto intende invece fornire alcuni elementi per comprendere quali provvedimenti di ordine generale possano consentire la stabilizzazione delle emissioni di CO2, e quali conseguenze ne possano derivare sul mix delle fonti energetiche e sui costi dell’energia. Sono pertanto stati analizzati tre principali scenari: – “Business as usual”, che prevede il mantenimento dell’attuale quota del 2% di fonti rinnovabili e l’assenza di penalizzazioni fiscali sulle emissioni (“carbon tax”) – Quote crescenti di certificati verdi, in modo da forzare la penetrazione delle fonti rinnovabili – Applicazione della carbon tax. La prima fase di analisi, estesa al 2010, mostra che la stabilizzazione delle emissioni al livello del 1990 comporterebbe una percentuale irrealisticamente alta di certificati verdi (49%), con penalizzazioni economiche molto rilevanti. Meno penalizzata appare invece la soluzione che ricorre a disincentivi fiscali sulle emissioni. Il valore che soddisfa l’obiettivo è di 20Euro/t di CO 2 . Pertanto l’analisi di più lungo periodo (2020) è stata limitata all’’ipotesi della "“carbon tax"” sempre nell’’ottica di contenere le emissioni al valore del 1990. I risultati in sintesi sono: – il mantenimento della “carbon tax” a 20 Euro/t non è sufficiente nel lungo periodo a evitare l’aumento delle emissioni di CO 2 , ma tende comunque a far crescere l’uso del gas naturale, a diminuire quello del carbone e a far comparire una piccola quota di energia nucleare;

– l’incremento della carbon tax a circa 31 Euro/t di CO 2 raggiunge l’obiettivo sulle emissioni, deprime ulteriormente l’uso del carbone ma, in questo caso, anche quello del gas naturale, e determina invece un apporto significativo dell’energia nucleare. In sintesi, l’efficace contenimento delle emissioni di CO 2 potrebbe più probabilmente essere ottenuto mediante disincentivi alle emissioni piuttosto che con incentivi alle fonti rinnovabili. La conseguenza sul mix delle fonti energetiche sarebbe un calo dell’uso del carbone, una sostanziale stabilità del gas naturale e una ricomparsa del nucleare. Qualora tale ultima fonte, per motivi psicologici e politici, dovesse risultare non applicabile, potrebbe essere sostituita da centrali a combustibile fossile con cattura della CO 2 . Nell’arco di tempo preso in esame, il ruolo delle fonti rinnovabili appare ancora modesto, anche se sicuramente in crescita in prospettiva

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