Cerca nel sito per parola chiave

rapporti - Deliverable

Procedura per la previsione dell’intensità elettrica nei settori produttivi

rapporti - Deliverable

Procedura per la previsione dell’intensità elettrica nei settori produttivi

Recently updated on Aprile 7th, 2021 at 12:04 pm

Essenzialmente esistono tre metodi per predire la domanda di energia, in particolare elettrica: 1 l’estrapolazione degli andamenti attuali, supportata da una eventuale previsione della possibilità che possano verificarsi cambiamenti notevoli 2 l’approccio top down, che utilizza la previsione esterna delle sviluppo economico, assume l’intensità energetica totale del Prodotto Interno Lordo (PIL) variabile nel tempo e curve ragionevoli di penetrazione dell’elettricità negli anni. 3 l’approccio bottom-up, che anch’esso assume alcune variabili esogene quali il PIL, la popolazione e il prezzo internazionale dei combustibili e parte dall’evoluzione della domanda di servizio energetici applicando previsioni dell’evoluzione delle tecnologie che gradualmente aumentano l’efficienza energetica. Ciò premesso, l’intensità elettrica del valore aggiunto di comparto, quale grandezza rappresentativa dei consumi specifici medi, è un importante indicatore. Nella previsione di lungo periodo di questo indicatore occorre tener conto dell’eventuale ricambio tecnologico e dell’effetto di sostituzione tra le commodities energetiche. Per la sua previsione è stata messa a punto la procedura “INTENSITÀ”, un software strutturato che calcola, utilizzando la tecnica dell’estrapolazione vincolata, questo parametro sia per il livello nazionale sia per quello regionale e ricava i conseguenti consumi elettrici nazionali e regionali per tre settori economici considerati nel Bilancio Energetico Nazionale (BEN): Agricoltura, Industria e Servizi. In particolare agricoltura e servizi vengono trattati come aggregati, mentre l’industria viene disaggregata nei comparti: Meccanico, Alimentare, Tessile, Materiale da costruzione, Altre Industrie Manifatturiere, Edile, Siderurgico, Chimico, Cartario, Energetico. La determinazione del valore a cui vincolare la previsione dell’intensità elettrica richiede una accurata analisi di come evolveranno in termini economici e tecnologici i vari settori economici. Negli anni scorsi, il settore dei servizi e molti comparti industriali sono già stati oggetto di analisi [33, 14, 15, 16, 17], per cui nel presente lavoro ci si è limitati ad aggiornare i dati di maggior interesse ed a correggere o confermare le tendenze previste. Nella maggior parte dei casi l’aggiornamento non va oltre il 2004, l’ultimo anno per il quale sono pubblicati dati economici consolidati per cui, alla luce della ripresa economica in atto, le previsioni economiche, che riflettono le performance dei vari settori, potranno apparire troppo pessimistiche. Evidentemente, quando saranno disponibili i dati per gli anni successivi, alcuni giudizi potranno essere rivisti. Per la redazione di questo documento ci si è avvalsi delle pubblicazioni dell’Ufficio Studi Confindustria, dell’ISTAT, della Banca d’Italia, di ENEA, di TERNA e del Ministero delle Attività Produttive. Questo rapporto è composto da nove capitoli e due Appendici. Capitolo I. EXECUTIVE SUMMARY: è il presente riassunto. Capitolo II. INTRODUZIONE. Espone le motivazioni all’origine del lavoro, lo scopo ed i risultati forniti dalla procedura. Capitolo III. TENDENZE DELL’INDUSTRIA ITALIANA. Contiene alcune considerazioni economiche generali sull’industria Capitolo IV. LA PROCEDURA INTENSITA’. Descrive la struttura e le funzioni matematiche utilizzate dalla procedura Capitolo V. DESCRIZIONE DELL’INPUT. Contiene le modalità d’uso della procedura Capitolo VI. CASO PROVA. Riporta input, output, risultati e alcune considerazioni generali sul caso prova. Capitolo VII. PANORAMICA DEI SETTORI ECONOMICI. Aggiornamento al 2004 dei dati principali di settore e tendenze

Capitolo VIII. CONCLUSIONI Capitolo IX. BIBLIOGRAFIA Appendice A Tavole statistiche: Consumi energetici delle imprese industriali per prodotto energetico ed attività economica Appendice B Risultati del caso prova Nell’industria, il quadro che emerge dall’analisi dei risultati economici degli ultimi anni mostra un sistema in movimento per contrastare sui mercati tradizionali la penetrazione delle produzioni a basso costo dei paesi emergenti e per ricollocarsi su nuovi prodotti a più alto contenuto di valore aggiunto e su nuovi mercati a maggiore potenziale: si tratta di cambiare il posizionamento strategico dell’industria nazionale nella divisione internazionale del lavoro, di puntare sulle tecnologie e sulla ricerca, di integrare produzioni dell’industria e funzioni terziarie e di servizi avanzati, di innovare prodotti e processi mettendo in discussione il modello tradizionale di specializzazione [2]. Le conseguenze delle ristrutturazioni in corso si percepiscono nelle difficoltà che incontra la ripresa della produzione industriale. I dati settoriali mostrano che le difficoltà dell’industria italiana sono collegate a quelle delle produzioni del made in Italy (la filiera conciario-calzaturiera in primis e, in misura via via inferiore, l’industria automobilistica, le filiere del tessile-abbigliamento e del legno-arredamento), che dal 2000 in poi hanno registrato una riduzione dei livelli di produzione che varia tra il 25 % e l’8 %. Nel terziario sussistono ancora rendite monopolistiche, quali ad esempio l’ampliamento del novero dei fornitori o il controllo di molte imprese operanti nella fornitura di servizi pubblici detenuto dagli enti locali, che mantengono alti i prezzi, ostacolano l’innovazione e la produttività e deprimono la competitività del sistema [34]. Nel 2004, la modesta crescita dell’economia italiana si è tradotta in una crescita della domanda complessiva di energia primaria di appena lo 0,8 % rispetto al 2003 e in un leggero miglioramento dell’intensità energetica, diminuita dello 0,4 %. Alcune previsioni [35] ipotizzano che la tendenza del sistema energetico italiano sia quella di una crescita piuttosto sostenuta del consumo di energia primaria (208 Mtep nel 2010, 224 nel 2020, 232 nel 2030), trainata dal Terziario nel breve periodo, e soprattutto dai trasporti che appaiono i settori d’uso finale più dinamici. Nel 2005 il settore industriale ha assorbito circa il 47 % del consumo italiano di energia elettrica e il 41 % di gas naturale. Il trend di crescita dei consumi al 2010 vede un aumento dell’8 % dei consumi del settore e un ulteriore crescita del 6 % dal 2010 al 2014 [35]. Nel terziario, la tendenza alla crescita riguarda sia i consumi elettrici che termici, mentre una significativa riduzione dell’intensità energetica si avrà solo dalla seconda metà del prossimo decennio.

Progetti

Commenti