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Produzione idroelettrica e biodiversità: un caso di studio, l’alto bacino del fiume Oglio. Indagine sulla riproduzione naturale di salmonidi

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Produzione idroelettrica e biodiversità: un caso di studio, l’alto bacino del fiume Oglio. Indagine sulla riproduzione naturale di salmonidi

Recently updated on Aprile 7th, 2021 at 01:25 pm

Nel corso dell’anno 2000, è stata effettuata un’indagine sperimentale il cui obiettivo è stato quello di valutare la biodiversità degli ecosistemi acquatici in 12 tratti fluviali e torrentizi nell’Alto Bacino del Fiume Oglio andando a discriminare, fra le eventuali fonti di alterazione ambientale, l’influenza dell’attività idroelettrica (Casarotti, 2000). Le valutazioni sperimentali sulla qualità ecologica hanno riguardato i tre aspetti principali che caratterizzano l’ecosistema fluviale: l’habitat, la comunità macrobentonica, studiata in modo sia qualitativo che quantitativo, e la comunità ittica, analizzata in termini quantitativi. Nell’estate 2001, ad integrazione e completamento di quanto effettuato l’anno precedente, sono state condotte indagini in 2 ulteriori tratti al fine di ampliare il quadro delle tipologie ambientali studiate l’anno precedente ed è stata studiata in modo specifico l’efficacia della riproduzione naturale dei Salmonidi in tutti i tratti fluviali considerati. Dall’analisi dei risultati della ricerca, per quanto riguarda gli effetti della presenza idroelettrica nell’Alto Bacino del Fiume Oglio è possibile concludere che la qualità degli habitat nei corsi d’acqua è influenzata dall’attività idroelettrica in termini di riduzione di portata, mentre la morfologia di alveo e sponde sono alterate prevalentemente dagli interventi di regimazione. La qualità delle acque è condizionata dagli apporti inquinanti, mentre l’attività idroelettrica può concorrere ad accentuare il problema diminuendo artificialmente le portate e quindi sia la possibilità di diluizione che l’attività di autodepurazione. L’abbondanza e la struttura dei popolamenti ittici sono condizionate prevalentemente dalla struttura morfologica del corso d’acqua, talvolta limitante anche per cause naturali, e in misura minore dalla riduzione di portata conseguente alle captazioni idroelettriche. Un’influenza fondamentale sullo stato delle comunità ittiche è inoltre risultato quello della pesca e della gestione, in particolare relativamente al prelievo eccessivo operato dai pescatori, alle misure minime insufficienti e alla scadente qualità del materiale immesso a scopo di ripopolamento; tali fattori possono infatti alterare completamente un popolamento ittico anche in condizioni di habitat ottimale. Le indagini effettuate rispetto all’efficacia della riproduzione naturale hanno consentito di evidenziare che l’integrità e la tipologia dell’habitat fluviale e il tipo di gestione del popolamento ittico possono influenzare in modo rilevante il successo riproduttivo delle specie ittiche presenti nell’area di studio. Per quanto attiene l’habitat riproduttivo si sono rivelate importanti la presenza di zone marginali integre, in grado di soddisfare le differenti esigenze idraulico-morfologiche degli avannotti e dei riproduttori. I pricipali fattori di disturbo della riproduzione naturale individuati sono riconducibili a: • Difficoltà per i riproduttori di migrare lungo l’asta fluviale per accedere alle zone di frega per la presenza di briglie e traverse non valicabili; • Artificializzazione dellle sponde e rettificazione dell’alveo che distruggono le aree di nursery; • Riduzione artificiale della portata naturale, talvolta con repentine escursioni giornaliere, che degradano l’habitat idraulico-morfologico, con conseguente danneggiamento di uova e di larve. Per quanto riguarda la pesca appare fondamentale una gestione che garantisca la riproduzione naturale attraverso misure minime sufficientemente cautelative e, nel caso di ripopolamenti, con il ricorso a materiale di elevato livello

qualitativo, meglio se prodotto attraverso la riproduzione di ceppi autoctoni anziché proveniente da grandi allevamenti.

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