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Progetto Esterna analisi degli scenari di sviluppo del sistema elettro energetico: un approccio basato sui costi sociali

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Progetto Esterna analisi degli scenari di sviluppo del sistema elettro energetico: un approccio basato sui costi sociali

Recently updated on Aprile 7th, 2021 at 01:18 pm

La finalità del presente lavoro è quella di analizzare evoluzione, caratteristiche, potenzialità e stato di attuazione delle politiche ambientali nel settore energetico in Europa e in Italia. Il lavoro si compone di due parti. Nella prima parte del lavoro viene presentata un’attenta analisi delle politiche ambientali e della normativa di settore volta a delineare la cornice legislativa costruita, nel rispetto dello spirito internazionale e in ottemperanza degli obblighi europei, attorno agli strumenti legislativi e fiscali in generale e, nello specifico, a due degli strumenti la cui adozione consente il raggiungimento dei target prefissati: da un lato lo strumento della tassazione e dall’altro quello dei certificati verdi. Lo studio approfondito di tali politiche d’intervento ha lo scopo primario di creare un utile strumento conoscitivo di base volto a permettere la comprensione di come e in quali termini i costi dell’energia ne vengano influenzati. Inoltre viene presentato l’inquadramento del contesto italiano per quanto concerne le politiche energetiche, già attuate od in via d’attuazione, e, più specificamente le strategie di riduzione delle emissioni inquinanti, applicate nel nostro paese nell’adempimento degli impegni del Protocollo di Kyoto (1997, firmato dall’Italia nel novembre 1998) in una comune ottica di sviluppo sostenibile ed ecocompatibile. Se nella prima parte della rapporto si è tentato di dare una risposta alle domande "dove veniamo?" e "dove siamo?" (ovvero l’importanza e lo stato di maturazione e applicazione delle politiche ambientali in Europa e in Italia), nella seconda parte del lavoro ci si interroga su dove possiamo andare? ovvero sul potenziale di penetrazione delle fonti rinnovabili in Italia nei prossimi 10 anni. Questo potenziale è davvero altissimo come sostengono alcuni movimenti ambientalisti o praticamente nullo invece, come affermano i difensori delle tecnologie tradizionali, sulla base del fatto che i costi industriali delle fonti alternative non sono assolutamente competitivi, né lo saranno per lungo tempo, rispetto a quelle tradizionali? Come accade spesso in questi frangenti, c’è da attendersi che la risposta sia probabilmente in una posizione intermedia fra le due estreme. Tuttavia, se più vicina all’una o all’altra non è dato di sapere con una ragionevole precisione fino a quando non si accetta di scendere dalle argomentazioni verbali generiche ai dettagli tecnici di cosa conviene fare in teoria e cosa si può fare in pratica, data una serie di vincoli tecnologici/di sistema sulla capacità di sviluppo delle varie tecnologie, e avendo definito chiaramente quale obiettivo si vuole perseguire. In questo capitolo verrà condotta un’analisi economica per confrontare diversi scenari di sviluppo sulla base delle stime che convenzionalmente gli economisti forniscono sul valore monetario dei danni ambientali (consapevoli per altro di tutti i limiti che questo può comportare, come riportato nel rapporto “La valutazione dei costi esterni dell’energia: caratteristiche e limiti dell’approccio”). Si tratta di un approccio concettualmente semplice, formulato in termini di un problema di programmazione lineare, nel quale l’obiettivo è la ricerca del mix di fonti energetiche che permette di minimizzare un’opportuna funzione dei costi (industriali, o sociali, o la combinazione dei due), sotto una serie di vincoli politici (come la sicurezza degli approvvigionamenti) e tecnologici. Tale approccio, affiancato da un’analisi di sensitività dei risultati rispetto ai parametri più incerti, come la monetizzazione dei danni provocati dai cambiamenti climatici globali, porta però a dei risultati interessanti in quanto evidenzia in modo rigoroso e sistematico alcune tendenze di sviluppo del settore elettrico e mette in luce alcune debolezze metodologiche legate all’utilizzo dei costi esterni ambientali.

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