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Quantificazione delle emissioni di gas serra da serbatoi idroelettrici ad uso plurimo

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Quantificazione delle emissioni di gas serra da serbatoi idroelettrici ad uso plurimo

Recently updated on Aprile 7th, 2021 at 01:17 pm

Ricerche effettuate in alcuni paesi, principalmente Canada e Brasile, hanno dimostrato che l’emissione di gas climalteranti da parte dei bacini idroelettrici può essere un fenomeno consistente, e che, in termini di CO 2 equivalente emessa per unità di energia prodotta, il contributo idroelettrico all’effetto serra possa, in alcuni casi, addirittura superare quello del settore termo-elettrico. In particolare, negli ambienti che a causa dell’anossia non permettono la degradazione completa della sostanza organica, si ha produzione di metano, che possiede un potenziale di riscaldamento globale superiore a quello della CO 2 . Tuttavia ci sono molte incertezze di tipo teorico- metodologico nella stima delle emissioni dei gas dai bacini ed è necessario ampliare il set di dati per dare una reale dimensione al fenomeno. Nell’ambito del sottoprogetto CAMBIA questa problematica è stata affrontata per la prima volta nel nostro paese. Nel corso del 2001 e del 2002 sono state sperimentate tecniche di misura dei flussi di gas serra dall’acqua verso l’atmosfera, su un sito campione. Il sito di indagine, il bacino artificiale di La Penna (AR), ha riconosciuti problemi di eutrofizzazione e anossia. Sono state effettuate in totale dieci campagne sperimentali, con campionamento dei gas per mezzo di trappole ad imbuto, e una campagna per la stima dei flussi mediante la metodologia di Relaxed-Eddy-Accumulation (REA). I risultati analitici dei prelievi hanno evidenziato una significativa produzione di metano durante la stagnazione estiva delle acque. I flussi stimati sono elevati e molto simili per i due anni, e corrispondono, rispettivamente, a un potenziale emissivo dell’impianto idroelettrico di La Penna pari a 184 e 227 g CO 2 eq/kWh. Le stime dei flussi eseguite con la tecnica REA sono risultate molto inferiori, probabilmente a causa dell’assetto strumentale. Per valutare la “variabilità” geografica del fenomeno e la sua rilevanza a livello nazionale è indispensabile estendere le misure ad altri bacini.

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