Cerca nel sito per parola chiave

rapporti - Deliverable

Regionalizzazione degli obiettivi di sviluppo delle fonti rinnovabili: analisi tecnica al decreto di burden sharing

rapporti - Deliverable

Regionalizzazione degli obiettivi di sviluppo delle fonti rinnovabili: analisi tecnica al decreto di burden sharing

Si riporta la metodologia e la sua successiva applicazione, utilizzate di supporto per la stesura del Decreto Burden Sharing relativo alla regionalizzazione degli obiettivi nazionali di sviluppo delle FER previsti al 2020 dal Piano di Azione Nazionale, ai sensi del Decreto legislativo 28/2011.

Il pacchetto “clima energia” rappresenta una strategia integrata in materia di energia e cambiamenti climatici, volta a indirizzare l”Europa verso un futuro sostenibile, sviluppando un”economia a basse emissioni di CO2 e improntata all”efficienza energetica. Gli obiettivi di tale politica prevedono che ogni singolo stato Membro contribuisca, con propri obiettivi differenziati e vincolanti, alla composizione dell’obiettivo comunitario. In integrazione a tale approccio l’Italia, per il conseguimento degli obiettivi definiti dalla Direttiva 2009/28[1] sullo sviluppo delle fonti rinnovabili, ha aggiunto un terzo livello di ecentramento: l’obiettivo regionale (Burden Sharing). L’obiettivo di tale misura è finalizzata a favorire, attraverso il coinvolgimento diretto degli enti locali, il conseguimento degli obiettivi di sviluppo richiesti all’Italia dalla Direttiva 2009/28 e quantificati nelPiano Azione Nazionale per lo sviluppo delle fonti rinnovabili (PAN). In base, dunque, alla legge 27 febbraio 2009, n. 13, e all’art. 37 del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28, gli obiettivi nazionali di sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili al 2020 e nei bienni intermedi dal 2012 al 2018, devono essere ripartiti tra le regioni e le province autonome. In tale ambito RSE, nel corso del 2011, ha supportato il Ministero dello Sviluppo Economico per la stesura del Decreto attuativo di Burden Sharing previsto dal Dlgs 28. La proposta di regionalizzazione sviluppata da RSE è stata realizzata in stretto contatto con MiSE che neha indirizzato l’evoluzione e condiviso i risultati: la metodologia utilizzata per definire dei criteri oggettivi di ripartizione fra le Regioni è stata sottoposta, da parte del MiSE, all’attenzione degli enti istituzionali e del Commissione Energia Stato Regione, che ne hanno condiviso l’impianto. Tale passaggio ha consentito a RSE di calcolare gli obiettivi da attribuire alle singole regioni e provinceautonome ed i relativi percorsi di avvicinamento, a partire dall’anno convenzionale di riferimento. Nello specifico studio è impiegato un approccio di tipo tecnico basato sulle potenzialità di sviluppo: tale metodo correla alle caratteristiche del territorio delle singole regioni e province autonome, il potenziale di sfruttamento di ciascuna fonte, al netto di ragionevoli vincoli di tipo ambientale, sociale edeconomico che insistono sui territori/popolazione e che ne limitano le potenzialità. Tale approccio prevede due passaggi: la definizione di una metodologia, in grado di definire dei criteri oggettivi di ripartizione e la sua successiva applicazione per calcolare gli obiettivi da attribuire alle singole regioni e province autonome ed i relativi percorsi di avvicinamento, a partire dall’anno convenzionale di riferimentoQuindi, normalizzando per ciascuna fonte FER, elettrica e termica, gli obiettivi nazionali di sviluppo previsti dal PAN alle potenzialità espresse dalla metodologie per ciascuna fonte, nelle singole regioni e province autonome, si è arrivato a definire la regionalizzazione degli obiettivi al 2020 e per gli anni precedenti. Tale ripartizione costituisce la tabella A della bozza di decreto Burden Sharing e, pertanto, rappresenta, ai sensi dell’art 3, comma 2, il rimando di legge cui le regioni e le province autonome devono fare riferimento.

Progetti

Commenti