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Situazione al 2000 del mercato internazionale nel settore eolico

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Situazione al 2000 del mercato internazionale nel settore eolico

Recently updated on Aprile 7th, 2021 at 01:44 pm

Lo scopo di questo rapporto, preparato nell’ambito delle ricerche svolte dal CESI a favore del sistema elettrico italiano, è quello di fornire un quadro completo ed aggiornato all’autunno 2000 della situazione del mercato mondiale nel settore dell’energia eolica. Lo sfruttamento delle fonti energetiche rinnovabili per la produzione di elettricità è ritenuto un obiettivo d’interesse generale per il Paese, per i ben noti vantaggi di carattere strategico, commerciale ed ambientale che un impiego più diffuso di queste fonti può apportare. La fonte eolica, in particolare, appare al momento di particolare interesse, sia per l’entità delle risorse disponibili nel mondo e in una certa misura anche in Italia, che per la sua ormai quasi raggiunta competitività sul piano economico rispetto alle fonti tradizionali. Le potenze unitarie degli aerogeneratori impiegati nelle centrali eoliche sono aumentate costantemente dai 50-100 kW degli anni ottanta sino agli attuali 600-750 kW, cui corrispondono diametri di rotore dell’ordine di 40-50 m. Negli ultimi due anni si è anche cominciato a installare modelli commerciali di grande taglia, con potenze fino a 1500-2000 kW e diametri di rotore fino a oltre 70 m. L’affidabilità degli aerogeneratori ha compiuto passi degni di nota. Questo fatto, unito all’affinamento delle tecniche e delle procedure di manutenzione, rende ragione degli ottimi valori di disponibilità, fra il 97 e il 99%, che vengono oggi riportati da non poche centrali. Dopo la forte caduta verificatasi negli anni ottanta con l’avvio della produzione di serie delle macchine e la messa in campo di impianti eolici su vasta scala, il costo unitario dell’energia da fonte eolica è sceso di un ulteriore 30% anche negli anni novanta. Per gli anni dal 1997 in poi, in diversi siti con buona ventosità, si sono riportati costi del kilowattora eolico intorno ai 4 centesimi di Euro. Gli imprenditori privati sono stati incoraggiati a entrare nel settore eolico anche dagli incentivi concessi dai rispettivi governi, sotto forma di contributi in conto capitale, ma soprattutto di prezzi di favore per la cessione dell’energia immessa nella rete pubblica. Lo sviluppo della fonte eolica su vasta scala è però condizionato dalla soluzione di problemi di carattere sociale e ambientale, che devono essere tempestivamente risolti poiché da essi dipende l’accettazione degli impianti da parte delle popolazioni coinvolte. La concentrazione d’impianti in una data parte del territorio non potrà comunque superare una certa soglia di tollerabilità, soprattutto in aree densamente popolate o di pregio paesaggistico, storico e naturale. Proprio per questo si comincia oggi a puntare anche sulle centrali eoliche off-shore, particolarmente in alcuni paesi dell’Europa settentrionale, come la Danimarca, l’Olanda e la Germania, dove la ormai incipiente scarsità di terreni disponibili per ulteriori impianti sulla terraferma si accompagna alla presenza di ampie zone di mare con bassi fondali.

Per avere il più recente e completo quadro d’insieme della situazione del mercato eolico a livello mondiale (Capitolo 2 di questo rapporto) si è dovuto fare riferimento a quello tracciato, al 31 dicembre 1999, da due rapporti pubblicati con cadenza annuale da organizzazioni di consolidata esperienza nel settore eolico. La prima fonte è il Rapporto Annuale 1999 sull’energia eolica pubblicato nel maggio 2000 dal Comitato Esecutivo dell’Accordo di collaborazione per la ricerca e lo sviluppo dei sistemi eolici (“R&D Wind” Implementing Agreement) dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA). La seconda fonte è il rapporto “International Wind Energy Development – World Market Update, 1999” pubblicato nel marzo 2000 dalla BTM Consult ApS di Ringkøbing (Danimarca). Secondo la IEA, al 31 dicembre 1999 la potenza di generazione da fonte eolica complessivamente installata nel mondo era di 13.455 MW, con un aumento di oltre 3.500 MW rispetto alla fine del 1998. Il tasso di crescita della potenza totale delle nuove macchine vendute nell’anno è stato mediamente del 40% nel quinquennio 1995-1999. Quello della potenza totale in campo a fine anno (che tiene quindi conto delle unità dismesse) è stato invece del 32% nello stesso periodo. La produzione mondiale complessiva di energia elettrica da fonte eolica nel 1999 può essere valutata solo in misura approssimativa, ma è stata senz’altro prossima ai 30 TWh. La BTM Consult ha stimato che a fine 1999 fossero installati nel mondo circa 43.500 aerogeneratori (considerando solo le macchine di taglia significativa collegate alla rete), con una potenza unitaria media intorno ai 320 kW per macchina. Questa potenza media, come si è detto, è cresciuta costantemente rispetto agli anni precedenti per l’immissione sul mercato di macchine sempre più grandi. Un’idea significativa può essere ricavata dal caso della Germania, dove la potenza unitaria media dei nuovi aerogeneratori è passata da 185 kW nel 1992 fino a ben 919 kW nel 1999. Nella classifica dei maggiori costruttori mondiali di aerogeneratori compaiono ormai da qualche anno aziende danesi, tedesche, spagnole ed americane. I costruttori danesi esportano buona parte dei loro prodotti sui mercati esteri, mentre quelli tedeschi e spagnoli hanno finora lavorato prevalentemente per il mercato interno. La BTM Consult ha tentato di ricavare le percentuali del mercato eolico mondiale detenute dall’industria dei vari paesi. Esse sono: Danimarca 50%, Germania 20%, Spagna 20%, altri (soprattutto USA e Giappone) 10%. Nella seconda metà dell’anno 2000, il CESI ha poi potuto raccogliere un insieme d’informazioni che consentono di delineare le più recenti tendenze di sviluppo del mercato eolico in buona parte dei paesi maggiormente coinvolti, a partire dalla situazione generale a fine 1999 descritta nella prima parte del presente rapporto. Per quanto riguarda i paesi che aderiscono all’Accordo di collaborazione “R&D Wind” dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), una preziosa fonte di notizie aggiornate è stata la riunione che il Comitato Esecutivo di questo Accordo ha tenuto a Napoli il 5 e 6 ottobre 2000. Si sono anche potute

reperire informazioni recenti sulle riviste specializzate del settore, ad esempio Wind Directions, organo della EWEA (European Wind Energy Association) o su altri rapporti presentati a convegni. Nel complesso, si sono potute riportare, nel Capitolo 3 di questo rapporto, notizie attendibili in merito alla situazione nell’autunno 2000 in Canada, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Giappone, Grecia, Italia, Messico, Paesi Bassi, Regno Unito, Spagna, Stati Uniti e Svezia. Il quadro che si è venuto a delineare è piuttosto eterogeneo. In alcuni paesi (come Germania, Spagna, Danimarca, Stati Uniti, Italia, Grecia e Svezia) la crescita è stata considerevole anche nel 2000, mentre in altri paesi l’incremento delle installazioni è stato più modesto. Comunque, si possono ottenere da questa rassegna informazioni utili sugli ultimi sviluppi e sulle tendenze del mercato eolico mondiale. Le proiezioni dell’EWEA (fornite nel numero di settembre 2000 di Wind Directions) prevedono nell’Unione Europea fino a 33.000 MW eolici al 2005, 60.000 MW al 2010 e 150.000 MW al 2020. Secondo l’EWEA, in Europa i paesi guida dello sviluppo dovrebbero continuare ad essere, almeno per alcuni anni, nell’ordine, la Germania, la Spagna e la Danimarca (prevalentemente off-shore). Vi sono poi altri paesi, come il Regno Unito, la Francia e l’Irlanda, che hanno potenziali eolici tali da rendere senz’altro ipotizzabili incrementi molto forti delle installazioni, sempre che si creino, però, le condizioni politico-economiche necessarie e vengano superati gli attuali ostacoli ambientali ed autorizzativi. Negli Stati Uniti d’America, il Ministero federale dell’energia (DOE), nel programma “Wind Powering America”, ha indicato un traguardo di 5.000 MW al 2005, 10.000 MW al 2010 e 80.000 MW al 2020. Viene poi confermata l’esistenza di un notevole potenziale eolico in Canada, nell’America latina, in Asia e in Africa settentrionale. Secondo la BTM Consult, il costo unitario di produzione dell’energia elettrica da fonte eolica dovrebbe scendere ancora mediamente del 15% nel quinquennio che va dal 1999 al 2004. Il contributo più significativo all’abbattimento dei costi dovrebbe venire dalla costruzione degli aerogeneratori in serie sempre più numerose, con conseguente riduzione dei prezzi di vendita delle macchine, nonché dal progresso della tecnologia, in particolare per quanto riguarda gli aspetti strutturali, con la messa a punto di aerogeneratori più leggeri. Sulla base dell’andamento del mercato nel 2000, si può comunque affermare che anche le politiche governative nel settore energetico continueranno ad avere, nei prossimi anni, un ruolo determinante. Infatti, pur essendo stata disponibile, sul mercato internazionale, la stessa tecnologia eolica, si sono avuti divari molto sensibili fra un paese e l’altro nella crescita della potenza installata, indipendentemente dalla presenza di un potenziale eolico abbondante (ad esempio, paesi con ottime risorse come il Regno Unito o l’Irlanda hanno avuto incrementi di potenza modesti). Si deve dedurre quindi che le politiche energetiche, e soprattutto le politiche d’incentivazione, unite all’atteggiamento dell’opinione pubblica sugli aspetti ambientali, sono stati fattori che hanno giocato, e giocheranno ancora nei prossimi anni, un ruolo decisivo nel settore eolico.

Se si giudica in base all’incremento delle installazioni già avvenuto, si deve riconoscere che le politiche basate sul ritiro garantito dell’energia prodotta a prezzi di favore (come nel caso tipico della Germania) sono state quelle che hanno impresso finora il maggiore impulso al mercato eolico. Queste politiche sono però attualmente oggetto di critica, ad esempio da parte di Eurelectric (unione dell’industria elettrica europea), come elemento di distorsione del libero mercato dell’elettricità, nonché come fattore di scarso stimolo al perseguimento di un ulteriore progresso tecnologico. Questi punti di vista stanno, in effetti, incontrando un certo favore sia presso la Commissione Europea che in vari paesi, dove sono stati recentemente varati, o sono allo studio, sistemi d’incentivazione basati su “certificati verdi”. Questi sistemi, fra l’altro, pongono gli impianti eolici in diretta concorrenza con quelli da fonti rinnovabili di altro tipo. Si apre così per la tecnologia eolica una nuova sfida, che essa appare comunque già in grado di affrontare da una buona posizione di partenza. Link al documento di riferimento:Link A0-042559.

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