Cerca nel sito per parola chiave

rapporti - Deliverable

Sostenibilità ambientale nelle Isole Minori: potenziale di penetrazione di sistemi ad energia rinnovabile ed altre tecnologie per il contenimento della richiesta energetica : Parte II: Tecnologie elettriche

rapporti - Deliverable

Sostenibilità ambientale nelle Isole Minori: potenziale di penetrazione di sistemi ad energia rinnovabile ed altre tecnologie per il contenimento della richiesta energetica : Parte II: Tecnologie elettriche

Recently updated on Aprile 7th, 2021 at 01:34 pm

In questa seconda parte dello studio di Ricerca di Sistema sulle tematiche di sostenibilità ambientale sulle isole minori abbiamo concentrato la nostra attenzione sugli aspetti prevalentemente energetici ed in particolar modo sull’energia elettrica e su come le nuove tecnologie di produzione di energia elettrica (impianti a fonti rinnovabili) possano integrare i concetti di sviluppo sostenibile in realtà isolane che vengono da più parti riconosciute come terreno potenzialmente ideale. Nel mercato globale elettrico come peraltro nel panorama ambientale mondiale le isole (minori e non) hanno, per grandezza, popolazione, consumi energetici, emissioni di gas serra un peso relativamente importante. Di fatto, le motivazioni che fanno delle isole un’importante palestra per l’applicazione delle rinnovabili sono da ricercare sotto altri aspetti. essendo circondate da acqua, le isole risultano identità ben definite non solo dal punto di vista geografico ma anche in termini di produzione di energia elettrica, popolazione ed economia. Questo le rende uniche per la visibilità e risonanza che è possibile ottenere da iniziative sostenibili che possono essere anche di impegno economico ridotto; l’assenza di risorse fossili costituisce un ulteriore spinta in quanto non esistono lobby locali di pressione verso l’uso di combustibili fossili. Inoltre, l’alto costo del kWh da fonte fossile (trasporto del combustibile sull’isola, rendimento di conversione ecc.) rende intrinsecamente competitiva la soluzione rinnovabile; le isole in genere hanno buone risorse endogene (vento e sole); il modello di sviluppo rinnovabile che si può proporre sulle isole può essere mutuato anche per l’elettrificazione rurale di vaste aree nei paesi in via di sviluppo o anche in alcune zone dei paesi già sviluppati; anche le isole collegate elettricamente alla rete continentale (e quindi comunque servite) possono, dal punto di vista dell’immagine potersi, per esempio, definire 100% rinnovabile realizzando impianti che producano in modo da coprire i consumi energetici elettrici. Siccome la prima parte del percorso di pianificazione deve passare attraverso l’analisi delle specificità locali è risultato fondamentale indagare la domanda di energia elettrica e non valutando l’organizzazione del servizio elettrico sulle isole minori. L’analisi svolta ha evidenziato che l’approccio pianificatorio consente la salvaguardia e la sostenibilità ambientale delle iniziative soprattutto se opportunamente semplificato per rendere le procedure di attivazione delle azioni operative più snelle. Abbiamo così introdotto uno schema di analisi semplificata basata essenzialmente sulla corretta valutazione delle specificità locali prima di qualsiasi considerazione o iniziativa (anche se i programmi per le isole minori attualmente in essere non considerano queste azioni propedeutiche). Questi studi preliminari, che danno un quadro più trasparente delle realtà locali, consentirebbero anche di meglio mirare le iniziative legislative di promozione delle energie rinnovabili sulle isole minori.

Parallelamente, è stata svolta un’indagine mirata alla quantificazione delle risorse endogene delle isole minori italiane in relazione allo sfruttamento delle fonti rinnovabili ai fini energetici, che ha mostrato il potenziale eolico (sulla base dei risultati che la rete di dati italiani rende disponibili) e quello solare. Questa analisi, pur non avendo una caratterizzazione puntuale per tutte le isole indagate, hanno mostrato come il livello della risorsa solare può, con il benefico influsso marino, considerarsi decisamente interessante anche per quelle isole minori localizzate a latitudine decisamente settentrionali. Diverso il discorso per la risorsa vento che non sembra avere, per tutte le isole delle quali sono disponibili dati reali ed acquisiti nel tempo, una caratterizzazione eolica veramente soddisfacente dal punto di vista dell’investimento tecnologico. Situazione decisamente sfavorevole per le altre rinnovabili (miniidroelettrico e biomasse per produzione elettrica) che non trovano risorse endogene sfruttabili; basti pensare che moltissime isole dipendono dal continente o dall’isola madre per l’approvvigionamento idrico di acqua potabile o per gli usi sanitari. Nell’ottica di aggiungere informazioni per le valutazione della fattibilità degli impianti a fonti rinnovabili sulle isole, abbiamo evidenziato come l’interazione ambientale della tecnologia abbia sia per la fonte eolica che per quella solare un forte peso nel processo di proposizione delle iniziative. Entrambe le tecnologie infatti hanno impatti sul territorio: quello visivo è, per la fonte eolica, quello che costituisce l’aspetto di maggior incertezza in merito all’accettabilità nonostante l’utilizzo sulle isole minori di taglie di aerogeneratori contenute (miniwind). Si noti che la soluzione di installazione off- shore risulta, come è emerso dalle ricerche effettuate, poco praticabile in relazione sia all’impatto visivo che alle difficoltà tecniche insite in caratteristici fondali profondi. Analogamente per la fonte solare ma con motivazioni differenti: la bassa densità di potenza per metro quadrato costringe all’utilizzo di superfici ampie e solo l’utilizzo di superfici marginali (tetti, facciate, terrazzi, ecc.) ne garantisce la piena accettabiltià. In questo senso le possibilità offerte dalle isole minori possono, in base alle valutazioni di alta densità nell’occupazione del terreno edificato (strutture alberghiere in primis), essere considerate non elevate. E’ stato anche evidenziato che una ulteriore limitazione alla diffusione delle rinnovabili deriva dall’analisi condotta per la valutazione degli spazi eventualmente disponibili per l’installazione degli impianti. A seguito di valutazioni generali ed una più specifica di dettaglio su di un isola tipo (Capraia), hanno portato a considerare il più delle volte problematico l’inserimento degli impianti nel contesto ambientale isolano per mancanza di aree idonee (per destinazione d’uso, caratterstiche morfologiche, visibilità, esposizione ai venti o al sole, ecc.). In questo senso abbiamo anche indagato i vincoli di legge relativi a possibili interventi con le rinnovabili: si è sottolineato che, dal punto di vista ambientale, ognuna delle isole considerate forma un’area naturale protetta dalle leggi italiane (e quindi dai vincoli di uso del territorio, paesaggistico ecc.) se non addirittura parte di siti SIC o ZPS con valenza transnazionale. Per capire l’inserimento energetico delle rinnovabili nella rete elettrica già presente delle isole, come siamo passati ad analizzare la situazione energetica di elettrificazione già presente sulle isole minori italiane aggiornando un censimento del 1995 (su dati 1992) sui produttori di energia elettrica isolani e sugli impianti tecnologici installati ed una panoramica su quanto di rinnovabile esiste sulle isole allo scopo anche di raffrontare lo sviluppo nazionale con quello analogo nel mondo in campo rinnovabile anche per capire quali siano le reali potenzialità tecnologiche.

L’analisi aggiornata del parco generazione della attuale produzione di energia elettrica vede quasi esclusivamente il contributo da fonte fossile attraverso gruppi diesel-elettrici. Nei pochi casi dove è presente, il contributo rinnovabile è associato all’alimentazione di dissalatori/potabilizzatori o carichi isolati dalla rete elettrica locale (per esempio, un faro di segnalazione). Un’indagine analoga sulle realtà all’estero mostra un panorama decisamente migliore anche se nessuna delle isole che vantano una presenza rinnovabile importante può definirsi “100% rinnovabile”: la presenza di una produzione annua rinnovabile pari al consumo con impianti senza alcun accumulo locale ma che utilizzano il collegamento elettrico con un’isola madre come polmone, non può propriamente definirsi “100% rinnovabile”. Vi è anche da sottolineare il fatto che l’impatto delle rinnovabili sull’assetto elettrico delle reti isolane, è risultato anche condizionare la potenza massima rinnovabile iniettabile nella rete stessa. I problemi tecnici di regolazione dei parametri elettrici della rete per offrire una qualità del servizio elettrico idonea, portano ad una limitazione della potenza installabile che rappresenta così un ulteriore barriera alla diffusione. Questa esperienza, che abbiamo trovato confermata da più fonti, è derivata anche dall’unico esempio pratico in Italia di esercizio di una centrale fotovoltaica realizzata e gestita (ENEL SpA) ad integrazione della rete diesel-elettrica di Vulcano. Come possibile caso pratico di buon utilizzo della fonte rinnovabile abbiamo selezionato gli aspetti tecnici ed economici relativi ad un utilizzo fotovoltaico come generatore alimentante un impianto di dissalazione. Nonostante le valutazioni economiche puntuali relative al costo del metro cubo potabile sulle isole minori siano complesse ed incerte (vedi parte I del rapporto), il costo stimato del m3 per la produzione locale risulta in linea con quello attuale per la soluzione trasportata in loco. Altro caso selezionato è quello relativo all’elettrificazione rurale di case isolate dalla rete attraverso l’uso di impianti fotovoltaici (generazione locale senza fili). L’analisi delle esperienze ENEL sull’isola di Stromboli e di Alicudi (unici casi italiani di elettrificazione rurale capillare su isola minore). hanno dimostrato la maturità tecnologica e la conseguente affidabilità dei questi sistemi. Un terzo caso selezionato ha riguardato il concetto di integrazione dell’apporto rinnovabili alla rete esistente. E’ questa un’opzione realistica che in misura parziale abbiamo indagato su due casi: uno reale, sull’isola di Vulcano dove già questo schema ha trovato applicazione (pur con qualche differenza rispetto alla soluzione ideale) ed uno, invece, potenziale: Capraia. Il passo ulteriore nel percorso di innovazione tecnologica è relativo all’introduzione di nuovi concetti d’impianto: i sistemi o reti denominate ibride che, in buona sostanza, uniscono il contributo rinnovabile a quello tradizionale in un’ottica derivante dall’osservazione che la quasi totalità delle isole stesse risultano già elettrificate dalla fonte tradizionale e che, quindi, il contributo rinnovabile potrebbe trovare giustificazione come tipico metodo di mitigazione degli effetti negativi indotti dall’uso di combustibili di origine fossile. Le prime valutazioni generali ci portano a considerare che, tecnicamente, lo sviluppo di nuovi componenti adatti alla creazione di reti ibride risulterà la soluzione più efficiente per la gestione del contributo rinnovabile. A conclusione possiamo quindi affermare che il panorama italiano di diffusione delle rinnovabili all’interno di un più vasto progetto di sostenibilità ambientale risulta certamente di forte interesse ma anche di sola discreta potenzialità in base ai molti punti già evidenziati che tendono a limitare le azioni operative in mancanza di una adeguata pianificazione energetica preliminare.

Progetti

Commenti