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Stato dell’arte sui materiali di rivestimento per pareti di caldaia per produzione di energia (ex SOSTE/RIUT)

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Stato dell’arte sui materiali di rivestimento per pareti di caldaia per produzione di energia (ex SOSTE/RIUT)

Recently updated on Aprile 7th, 2021 at 12:47 pm

Il presente rapporto è relativo a quelle attività, svolte nel Progetto “Riduzione e riutilizzo dei residui nel settore elettrico (RIUT)”, che sono incentrate sulla ricerca e sullo sviluppo di tecnologie e materiali per attuare rivestimenti protettivi sulle pareti di caldaia degli impianti per la produzione di energia e sui sistemi di recupero termico di impianti di incenerimento di rifiuti. Tale esigenza è motivata dal fatto che nel prossimo futuro molti impianti termoelettrici italiani utilizzeranno combustibili “poveri”, considerevolmente più economici di quelli tradizionali e che permettono quindi una riduzione dei costi di produzione dell’energia. Analogamente vari impianti pilota di recupero energetico in sistemi di incenerimento di rifiuti sono stati posti in esercizio recentemente, utilizzando varie tipologie di rifiuti non tradizionali allo scopo di ampliare le applicazioni tecnologiche coerenti alla politica del “waste to energy”, che è stata molto sostenuta da varie autorità in sede UE. Sfortunatamente alcuni combustibili “poveri” hanno un tenore di zolfo nettamente superiore a quelli tradizionali (es. olio combustibile) e inoltre la generale necessità di contenere le emissioni in atmosfera di NO x porta sovente ad adottare combustioni localmente sottostechiometriche con conseguenti atmosfere riducenti altamente aggressive, che innescano una rilevante corrosione sui pannelli delle pareti delle caldaie. La ricerca si propone pertanto di individuare i materiali e le tecnologie per attuare rivestimenti in funzione anti-corrosione sui pannelli e sulla componentistica di caldaia dei sistemi di recupero energetico citati, aumentando considerevolmente la vita di tali componenti. Per quanto riguarda le caldaie per produzione di energia, l’estensione della vita dei pannelli potrà consentire l’utilizzo prolungato del citato combustibile “povero” a costi di gestione dell’impianto paragonabili a quelli relativi all’utilizzo di combustibili tradizionali.. Analogamente per l’incenerimento di rifiuti potranno essere diminuiti i costi di fermo impianto che, secondo la taglia di quest’ultimo, possono andare da qualche decina fino a qualche centinaio di milioni al giorno. Questo dato, unito alla considerazione che l’incenerimento con recupero energetico è una strada che sarà resa sempre più obbligata in Italia in quanto già oggi ampiamente battuta in gran parte della Comunità Europea, spinge verso la ricerca di soluzioni tecniche in grado di assicurare crescente affidabilità e disponibilità operativa degli impianti. Infatti la complessa atmosfera gassosa all’interno di un inceneritore, che localmente può anche assumere carattere riducente, la possibile presenza di sali fusi e di miscele eutettiche bassofondenti, le ceneri depositate sulle superfici, oltre alla temperatura e al flusso termico, determinano un ambiente estremamente aggressivo al punto che la corrosione è responsabile di un terzo delle avarie totali degli impianti. Negli inceneritori il cloro è naturalmente l’agente più insidioso ed il degrado dei materiali è correlabile al contenuto di cloro nei rifiuti. Le contromisure adottate in gran parte si affidano al “de-rating” dell’impianto, ponendo barriere di refrattario nella camera di combustione, aggiungendo schermi protettivi e spostando il

© Copyright 2001 by CESI. All rights reserved – Activity code [click qui, inserire il codice commessa] Keywords: [click qui per inserire altre keywords; per una lista clickare sulla parola Keywords] recupero termico in zone a temperature ridotte, penalizzando così l’efficienza dell’impianto che rimane il parametro più critico (15-18%). Il presente Rapporto riporta i risultati, conseguiti nella prima fase della ricerca, consistenti nella selezione dei materiali che saranno utilizzati per lo sviluppo di processi di rivestimento in funzione anti-corrosiva in caldaie per produzione di energia, che utilizzano combustibili “poveri”, e in inceneritori di rifiuti dotati di sistemi di recupero energetico. Tali processi saranno sviluppati utilizzando le tecnologie laser, HVOF e arco-shroud.

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