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Studio del comportamento di accumulatori ermetici con coppia Ni MH in diverse condizioni di funzionamento

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Studio del comportamento di accumulatori ermetici con coppia Ni MH in diverse condizioni di funzionamento

Recently updated on Aprile 7th, 2021 at 01:21 pm

Obiettivi Il presente lavoro riporta i risultati delle prove di laboratorio condotte su una batteria composta da accumulatori con coppia Ni-MH, diversa da quella al piombo comunemente usata e perciò interessante dal punto di vista della caratterizzazione in diverse condizioni di funzionamento. Tale sistema di accumulo, innovativo rispetto a quelli tradizionali al piombo, è progettato per l’utilizzo a bordo di veicoli elettrici ma non sono esclusi impieghi di tipo stazionario. Lo scopo di questo lavoro è appunto quello di caratterizzare il comportamento di questo tipo di accumulatori in diverse condizioni di funzionamento così da individuare le prestazioni e le caratteristiche che meglio si adattano all’impiego in esercizio, ad esempio come componenti per la continuità del servizio o per l’alimentazione dei dispositivi di sicurezza. L’utilizzo in tali condizioni è stato ipotizzato partendo dal fatto che questa tipologia possiede un’energia specifica più che doppia rispetto alla corrispondente al piombo e ciò comporta un minor ingombro e un minor numero di moduli rispetto alle applicazioni tradizionali a fronte di un netto guadagno nelle prestazioni. Tramite l’esecuzione di prove di laboratorio mirate all’individuazione delle caratteristiche sia elettriche che termiche anche non dichiarate dal costruttore (ci si riferisce in particolare alle misure di risposta in frequenza), si è cercato di fornire un quadro il più completo possibile delle possibilità di impiego degli accumulatori al Ni-MH in applicazioni stazionarie. Risultati conseguiti: La sperimentazione condotta ha evidenziato che la tipologia di accumulatori con coppia Ni-MH presenta notevoli vantaggi rispetto a quella corrispondente con coppia Pb-PbO 2 . Tali vantaggi possono essere indicati nella indipendenza della capacità erogata dal regime di scarica e dalla temperatura, nella linearità del comportamento a scariche parziali e successive ricariche e nel superamento di un ciclo di corrente simulante quello di esercizio in impianto (cabina primaria ENEL). Le caratteristiche sopra riportate rendono possibile la previsione della capacità residua e più in generale dello stato di carica, con un buon grado di approssimazione, a differenza di quanto è possibile fare con gli accumulatori con coppia Pb-PbO 2 . Le misure di risposta in frequenza, eseguite per cercare di determinare lo "stato di salute" degli accumulatori mediante l’esistenza di una correlazione fra l’impedenza interna e la capacità scaricata, hanno dato esito negativo, essendo risultato troppo elevato il rapporto fra la deviazione standard rispetto al valor medio delle misure di impedenza interna e di capacità erogata. Molto delicata è risultata, alla luce dei risultati delle prove in carica, la gestione della batteria dal punto di vista termico, vero punto debole di questa tipologia di accumulatori. Le prove hanno evidenziato infatti una notevole inerzia termica conseguente alla ricarica dei moduli, che si manifesta in una stabilizzazione della temperatura verso la parte finale della carica. I rigidi vincoli termici indicati dal costruttore, uniti al fenomeno di cui sopra, rendono

problematica la gestione della batteria da questo punto di vista e impongono un accurato controllo sia della temperatura ambiente che dei singoli moduli. L’analisi delle problematiche connesse alla sicurezza ha evidenziato la necessità di un buon livello di isolamento della batteria verso terra, per prevenire la formazione di archi in tale direzione. Le prove hanno mostrato che, nel complesso, questi moduli possono essere impiegati per usi stazionari, previa adozione delle opportune precauzioni di impiego e di sicurezza.

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