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Studio di impianti solari per edifici ad energia “quasi zero” in aree a prevalente domanda di raffrescamento

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Studio di impianti solari per edifici ad energia “quasi zero” in aree a prevalente domanda di raffrescamento

Nel rapporto sono studiati due impianti di produzione dell’energia termica, che utilizzano anche pannelli solari, per un condominio medio considerato potenzialmente a energia “quasizero” a Palermo, dove prevale la domanda di raffrescamento. I risultati ottenuti hanno permesso di correlare le superfici dei pannelli solari alla percentuale di energia rinnovabile utilizzata, e di individuare il tipo di impianto che meglio soddisfa i requisiti di legge.

Il Decreto Legislativo 3 marzo 2011, n. 28, sulla “promozione dell”uso dell’energia da fonti rinnovabili” indica che, nel caso di edifici nuovi o sottoposti a ristrutturazioni rilevanti, gli impianti di produzione dell’energia termica (acqua calda sanitaria, riscaldamento, raffrescamento) devono essere progettati in modo da garantire la copertura, tramite il ricorso ad energia prodotta da fonti rinnovabili, di determinate percentuali dei fabbisogni energetici. Queste percentuali crescono negli anni (20 % fino alla fine del2013, 35% nel 2014-2016, 50 % dal 1° gennaio 2017) e può risultare quindi sempre più problematico rispettarle, specialmente in aree a prevalente domanda di raffrescamento, anche in edifici con ridotti fabbisogni energetici. Per fornire elementi che permettano di valutare se, e come, è possibile soddisfare le percentuali di utilizzo di energia rinnovabile innanzi indicate, sono stati definiti e studiati due differenti tipi diimpianto, che utilizzano la fonte solare, per contribuire a condizionare un edificio di medio-grandi dimensioni con ridotto fabbisogno energetico a Palermo, dove prevale decisamente la domanda di raffrescamento. In particolare questo edificio potrebbe essere considerato a energia “quasi zero”, benchè in Italia non siano ancora completamente definiti i requisiti per appartenere a questa categoria, poichè ha ridotti consumi di energia primaria e un marcato utilizzo di energia da fonte rinnovabile. Il primo tipo di impianto ricava dal sole – tramite pannelli solari termici – calore che viene utilizzato direttamente per contribuire alla produzione di acqua calda sanitaria e al riscaldamento, e indirettamente, mediante un sistema con assorbitore, al raffrescamento. Come integrazione per il raffrescamento estivo, e in maniera più ridotta per la produzione di acqua calda sanitaria, sono utilizzate pompe di calore. Il secondo tipo di impianto ricava dal sole – tramite pannelli solari ibridi fotovoltaici-termici – calore che viene utilizzato direttamente per contribuire alla produzione di acqua calda sanitaria e al riscaldamento, ed energia elettrica, che viene impiegata per alimentare pompe di calore che pure contribuiscono alla produzione di acqua calda sanitaria e al riscaldamento e generano tutta l’acqua fredda necessaria per il raffrescamento. L’energia elettrica quando non è sufficiente ad alimentare l’impianto viene prelevata dalla rete elettrica, mentre quando è in eccesso viene immessa nella stessa rete. I risultati ottenuti hanno permesso di stimare che l’impianto con pannelli solari ibridi utilizza in modo migliore l’energia solare essendo risultato necessario prevedere 60 m² di pannelli solari termici e solo 41 m² di pannelli solari ibridi per ottenere una percentuale di energia rinnovabile del 35 %, 92 m² dipannelli solari termici e solo 67 m² di pannelli solari ibridi per ottenere una percentuale di energia rinnovabile del 50 %. Sulla base di questi risultati si ritiene che la prescrizione di realizzare un impianto con energia rinnovabile del 50 % per un edificio tipo quello esaminato potrà essere soddisfatta di normasolo con un impianto con pannelli solari ibridi, mentre la prescrizione del 35% potrà essere soddisfatta con entrambi i tipi di impianto. Per altre tipologie di edificio, come ad esempio un’abitazione mono familiare, è di norma più agevole soddisfare questi requisiti.

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