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Utilizzo di metodologie biologiche negli studi di impatto in ambiente marino costiero. Applicazione ad un sito campione

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Utilizzo di metodologie biologiche negli studi di impatto in ambiente marino costiero. Applicazione ad un sito campione

Recently updated on Aprile 7th, 2021 at 01:25 pm

La presente attività ha come obiettivo finale la definizione di criteri guida per la pianificazione di strategie di indagine adeguate agli studi di impatto in ambienti marini costieri. In tale ottica, le attività svolte nel biennio 2000- 2001 hanno riguardato in prima battuta l’esecuzione di una rassegna critica dei metodi statistici disponibili in letteratura, idonei a caratterizzare la struttura della variabilità spazio-temporale dei parametri sensibili ai fattori di impatto. Sulla scorta di quanto emerso dalla prima fase dello studio è stata compiuta una selezione delle tecniche più efficienti, in relazione alla tipologia di indicatori scelti. La variabilità intrinseca della comunità macrobentonica marina, la cui composizione può apparire molto eterogenea anche in situazioni non soggette a presenza antropica, comporta infatti la necessità di progettare piani di campionamento idonei alla quantificazione della variabilità naturale (spaziale e temporale) dei parametri descrittivi delle comunità. In seguito, al fine di applicare le metodologie sperimentali selezionate, è stato individuato un sito di studio idoneo alla localizzazione dei punti di campionamento previsti dal piano sperimentale. La scelta dell’area di indagine è stata condizionata dall’esigenza di poter disporre di una zona di sicuro impatto da contrapporre a zone di buona qualità, ospitanti, in via presuntiva, comunità indisturbate. La conferma dell’insistenza nella zona di indagine di perturbazioni dovute ad attività antropiche, è stata ottenuta a posteriori, con la caratterizzazione chimica del substrato ospitante le comunità campionate. L’attività sperimentale ha comportato la realizzazione di tre campagne di prelievo, nei mesi di maggio, luglio e settembre 2000, in occasione delle quali sono stati raccolti un totale di 144 campioni quantitativi di macrobenthos. L’analisi dei campioni, terminata nel corso del 2001, ha portato all’identificazione sino al livello di specie di più di 13000 organismi. Le applicazioni statistiche sono state eseguite mediante l’utilizzo del codice di calcolo PRIMER Ver 4.0, le cui potenzialità di calcolo sono state preventivamente valutate utilizzando alcuni set di dati di esempio ed altri derivanti da studi interni pregressi. Sono stati applicati metodi univariati, grafico/distribuzionali e multivariati. I metodi univariati non hanno consentito di rivelare differenze significative tra gli stati; l’analisi multivariata ha consentito di concludere che le separazioni tra le aree in tutte e tre le campagne sono significative, mentre non si evidenzia una differenza tra gli stati impattato/controllo. L’analisi delle variabili misurate mette in evidenza come concentrazione di inquinanti, granulometria e profondità giustificano solo parte della composizione della comunità caratteristica dell’area impattata. I risultati di questo studio consentono di evidenziare alcune difficoltà connesse all’utilizzo delle comunità macrobentoniche come indicatori di impatto ambientale, riconducibili alla disomogeneità intrinseca delle comunità macrobentoniche. La struttura di una comunità esprime una risposta netta solo in caso di disturbi molto pesanti, in termini di intensità o di durata. Negli altri casi le differenze possono apparire molto meno evidenti e richiedono analisi dei dati più complesse. Tuttavia l’approccio più significativo sembra essere quello di individuare le specie o i gruppi tassonomici indicatori. Qualunque sia l’indicatore scelto, la comunità in toto o le singole specie, risulta importante

l’utilizzo di un piano di campionamento complesso, con più scale spaziali, ed un elevato numero di repliche e siti di controllo multipli.

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