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Valutazione delle caratteristiche dell’isolamento in diverse condizioni ambientali

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Valutazione delle caratteristiche dell’isolamento in diverse condizioni ambientali

Il presente rapporto descrive le attività di Ricerca di Sistema svolte nell’ambito del Progetto Trasmissione e Distribuzione durante il 2006, relativamente al WP 2.1 “Sviluppo di metodi innovativi di manutenzione sotto tensione" La tenuta degli isolatori di linea o di stazione può essere inficiata, oltre che dal degradamento della struttura dell’isolatore, anche dall’accumulo di uno strato di contaminazione sulla sua superficie. A seconda del luogo in cui viene installato, infatti, e quindi del percorso della linea elettrica, e delle condizioni atmosferiche (direzione dei venti prevalenti, formazione di nebbia, regolarità ed intensità delle precipitazioni ecc.) può verificarsi la formazione di un deposito di contaminante potenzialmente pericoloso per la tenuta dielettrica. Si forma infatti, portata dai venti di mare o dall’ambiente industriale circostante, una “crosta” sulla superficie dell’isolatore che diventa conduttrice quando umidificata da nebbia o fine pioggia e che influenza negativamente il comportamento dell’isolamento. La sensibilità delle diverse tipologie di isolatori a questa sollecitazione ambientale viene valutata attraverso prove di laboratorio di breve e di lunga durata, finalizzate alla determinazione dei massimi valori di contaminazione superficiale che le diverse configurazioni di isolamento possono sopportare durante un singolo fenomeno di polluzione o per valutare l’effetto di progressivo invecchiamento della superficie dovuto al ripetersi nel tempo di condizioni ambientali gravose. Le tecniche di laboratorio da adottare per verificare il comportamento degli isolatori a fronte dei fenomeni sopra descritti (formalizzate per gli isolatori in vetro e porcellana alcuni anni or sono in alcuni documenti normativi internazionali, come ad esempio la norma IEC 60507) sono ancora oggetto di dibattito e discussione, soprattutto per quanto riguarda gli isolatori compositi, costituiti con materiali innovativi, ed in particolar modo quando questi isolatori vengano applicati alle apparecchiature elettriche (passanti, scaricatori, trasformatori di misura). In quest’ultimo caso all’interno dell’isolatore, è alloggiata una struttura che può modificare drasticamente la distribuzione interna del campo elettrico, influenzando potenzialmente il comportamento a breve e lunga durata dell’isolamento stesso. Tra i vari metodi di collaudo degli isolatori con riferimento alle sollecitazioni ambientali, in Italia si è storicamente assunto come base di riferimento la prova di tenuta in nebbia salina. Questo metodo, ritenuto particolarmente valido per gli isolatori convenzionali alla luce dei fenomeni di contaminazione che si presentavano più frequentemente negli anni passati, è sottoposto ad analisi critica, soprattutto quando si considerino gli isolatori compositi. Si è ravvisata quindi la necessità di riconsiderare le modalità di verifica delle prestazioni sotto polluzione, analizzando in modo comparato, per le diverse tipologie di isolatori, le tecniche di laboratorio attualmente in discussione e ritenute particolarmente adatte agli isolatori compositi, ed in particolare la metodologia del deposito asciutto di sale (“dry salt method”). Il primo passo di questa procedura di analisi comparata è consistito nel tracciamento della linea di riferimento, cioè di quella che

caratterizza le prestazioni degli isolatori in base alla tecnica più nota della nebbia salina. L’evoluzione delle tecniche costruttive e dei profili degli isolatori non consente infatti di utilizzare direttamente le curve “storiche” riportate nei testi specialistici, ma ha costretto ad una ripetizione di alcune prove. Partendo da isolatori in vetro di diverse forme e dimensioni (a profilo normale, anti-sale e aerodinamico), si è determinata in laboratorio di polluzione la curva della massima sollecitazione superficiale di tenuta (livello di polluzione) in funzione della lunghezza specifica di isolamento (lunghezza della catena di isolatori per un certo livello di tensione applicata) con il metodo della nebbia salina. Si sono rilevate prestazioni leggermente più elevate per gli isolatori in vetro di costruzione moderna che dispongono di profili più efficaci e soprattutto di trattamenti superficiali che favoriscono il mantenimento di uno strato stabile idrorepellente che impedisce la formazione di estese zone di contaminazione. L’attività proseguirà nel 2007 considerando le altre metodologie di contaminazione (strato solido, dry salt) sia sugli isolatori convenzionali che su quelli compositi, considerando altresì il comportamento di lunga durata anche in presenza di distorsioni di campo dovute ai componenti interni dell’apparecchiatura.

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