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Valutazione delle deposizioni umide e secche di composti acidi e di metalli pesanti. Messa a punto di metodi e risultati dei monitoraggi

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Valutazione delle deposizioni umide e secche di composti acidi e di metalli pesanti. Messa a punto di metodi e risultati dei monitoraggi

Il rapporto descrive le attività di Ricerca di Sistema svolte nell’ambito del Progetto “Produzione e Fonti Energetiche”, Workpachage 3.1. “Metodologie avanzate per la misura di microinquinanti organici ed inorganici”, relativamente alle attività sperimentali per la valutazione della deposizione di macro e microinquinanti (in particolare del mercurio) e per la valutazione della bioaccessibilità e della biodisponibilità dei microinquinanti (“metalli pesanti”) nel suolo. Per quanto riguarda la valutazione delle deposizioni, nel corso del 2006 è stato fatta una analisi dei sistemi di campionamento della deposizione atmosferica di mercurio. Tra i campionatori esaminati, è risultato che quello che presenta le migliori caratteristiche dal punto di vista dell’efficienza del campionamento, soprattutto in termini di cura nell’evitare le contaminazioni accidentali, è il campionatore NECB-MDN. A questo seguono il campionatore della rete UBA e quello della rete MDN. Tra i campionatori di tipo “bulk”, il modello IVL è quello che tende a limitare al massimo le perdite di mercurio per evaporazione. Va peraltro ricordato che le variazioni costruttive apportate a questo campionatore nella rete WDNR e quelle suggerite dal CEN sono tali da renderlo del tutto simile –ma non alternativo per l’ovvia eccezione della mancanza del coperchio mobile- a uno dei migliori modelli wet-only, soprattutto se operante in zone poco inquinate. La semplicità del modello bulk “Bergerhoff” rende questo campionatore particolarmente adatto a un uso in condizioni remote, dove non è possibile usufruire dell’allacciamento elettrico. Per quanto attiene la modalità di derivazione della concentrazione ecologica di non effetto (PNEC) dei metalli nel contesto dell’ERA metalli -livello di screnning, le indagini hanno evidenziato la disponibilità a livello internazionale (ma non nazionale) di valori ecologici di screening per i metalli nel suolo, elaborati secondo criteri diversi ma documenti e rigorosi, e validati, teoricamente applicabili anche ai suoli nazionali. Si ritiene che sia concettualmente (e praticamente) da privilegiare l’impiego dell’approccio “added risk” di derivazione della PNEC tot (Predicted No Effect Concentration) perché questo consente, pur con vari limiti, di applicare le soglie di non effetto (MPA, Maximun Permissibile Addition) a situazioni territorialmente connotabili di Cb.

Gli esiti dell’attività hanno, inoltre, evidenziato l’importanza in tale contesto – sia rispetto all’approccio “added risk” che in generale all’impiego anche di altri ecological screening values disponibili in letteratura nella derivazione della PNEC- della disponibilità e dell’utilizzo di dati sui livelli di fondo dei metalli per l’ambito, quantomeno nazionale (meglio territoriale) indagato, per evitare effetti falsanti (sovrastima/sottostima) che possono rendere dubbia o fuorviante la lettura degli esiti dell’analisi di screening per i metalli. Per quanto la biodisponibilità non sia teoricamente prevista dalla procedura di valutazione del rischio ecologico (ERA, Ecological Risk Assessment) per un contesto di “analisi di screening”, demandandola alle fasi successive (“detailed ERA”, “site-specific ERA”), l’introduzione nella derivazione dell’Hazard Quotient (HQ) quantomeno della “bioaccessibilità dei metalli nel suolo” ha portato ad una sensibile variazione del quadro di “rischio potenziale sito-specifico” rispetto a quello ottenuto sulla base della sola concentrazione totale del metallo nel suolo. Ne è derivata, infatti, in generale una drastica riduzione sia del numero di metalli (risultano interessati essenzialmente V, Ni e As) che di situazioni sito- specifiche apparentemente connotati da un rischio ecologico potenziale. In merito alla bioaccessibilità e biodisponibilità dei metalli nel comparto terrestre, i risultati e le necessità di approfondimento scientifico emersi dalla precedente attività sperimentale, hanno sostenuto e indirizzato le indagini di campo e di laboratorio pianificate e, al momento attuale attivate e in corso di sviluppo. Tali attività rispondo alla necessità di implementare il parco dati sul suolo utile e necessario per un’accurata valutazione e validazione sia dei metodi di misura, chimica (quantificazione delle quote bioaccessibili mediante metodi di estrazione chimica) e biologica (saggi di bioaccumulo) delle voci bioaccessibilità e biodisponibilità dei metalli, che ai fini della definizione di strumenti validati che ne consentano la stima in funzione delle caratteristiche della matrice ambientale e del suo contenuto totale in metalli, individuando anche i percorsi di bioaccessibilità e di biodisponibilità nei confronti dei vegetali. Per il raggiungimento degli obiettivi sopracitati si configura, quindi, come necessario il proseguimento, ed il completamento sulla base degli esiti che ne deriveranno, delle attività sperimentali attivate.

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