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Vulnerabilità delle specie ittiche pregiate nei torrenti alpini

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Vulnerabilità delle specie ittiche pregiate nei torrenti alpini

Recently updated on Aprile 7th, 2021 at 01:25 pm

Lo studio descritto in questo rapporto è stato condotto per valutare gli effetti dell’ammoniaca, anche in presenza di ipossia, sulle prestazioni natatorie di specie ittiche pregiate, come la trota fario (Salmo trutta) e la trota iridea (Oncorhynchus mykiss). Tale studio nasce in considerazione del fatto che le acque scaricate dai serbatoi idroelettrici, sia durante il normale esercizio, sia in seguito ad operazioni di spurgo e svaso, possono essere caratterizzate da concentrazioni elevate di ammoniaca, a cui generalmente corrisponde un basso contenuto di ossigeno disciolto. Alle concentrazioni riscontrabili in questi ambienti l’ammoniaca può avere sugli organismi acquatici effetti sub letali: possono essere inficiate le capacità di sopravvivenza dei pesci in tratti di torrente con condizioni avverse, rendendoli più vulnerabili anche in termini di competizione interspecifica. A tale proposito sono state condotte prove sperimentali esponendo gruppi di trote fario e di trote iridee ad acque contenenti concentrazioni sub letali di ammoniaca e misurando sui soggetti sperimentali diversi parametri metabolici, fisiologici e di prestazioni di nuoto. Si è osservato che, per entrambe le specie, l’esposizione produce una riduzione della massima velocità di nuoto sostenibile, con effetto maggiore nella trota fario. Nella trota iridea sono state rilevate anche variazioni dei parametri del metabolismo aerobico, mentre nella fario sono state osservate variazioni nel comportamento locomotorio, con un maggiore utilizzo del muscolo rosso anche nel nuoto veloce, e una riduzione del contributo del muscolo bianco. Dalle misure fisiologiche effettuate sulla fario risulta inoltre che l’esposizione induce una parziale depolarizzazione del muscolo bianco, del cuore e del cervello. Le prove di esposizione ad ammoniaca in concomitanza di ipossia indicano che, pur verificandosi una riduzione delle prestazioni natatorie, l’effetto delle due condizioni non è additivo. I pesci hanno risposto a questo stress modificando il comportamento nel nuoto e la modalità di ventilazione, da cui consegue una riduzione della richiesta di energia ed una maggiore possibilità di sostenere il nuoto per allontanarsi ed evitare la condizione ad essi sfavorevole.

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