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La Lombardia protagonista dell’Innovazione Energetica: Attori, Mercati, Prospettive

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La Lombardia protagonista dell’Innovazione Energetica: Attori, Mercati, Prospettive

Ecco cosa hanno detto i candidati presidenti della Regione Lombardia.

Nessun appello al voto o campagna elettorale, solo qualche riflessione sul tema. È quanto hanno fatto tre dei principali candidati alla presidenza della Regione Lombardia [era stato invitato anche Onorio Rosati, che non ha potuto presenziare per motivi di salute] in occasione dell’evento La Lombardia protagonista dell’innovazione energetica: attori, mercati, prospettive, promosso da RSE e da CESI.

I tre candidati hanno dialogato con Stefano Besseghini (AD di RSE) e con Matteo Codazzi (AD di CESI), affrontando i temi della digitalizzazione, della decarbonizzazione, dello sviluppo delle rinnovabili, della mobilità sostenibile, del governo del territorio.

Fatto ancora più significativo, hanno avuto modo di conoscere – anche attraverso una visita ai laboratori – due eccellenze riconosciute di valore internazionale nel settore dell’innovazione.

Ecco alcune delle suggestioni più significative che sono emerse.

“La cultura della sostenibilità sta entrando nella cultura d’impresa”

“Per molte variabili ambientali il nostro territorio è ormai prossimo al limite massimo. Occorre studiare, approfondire, migliorare le soluzioni nel campo delle rinnovabili; e in questo la ricerca può dare un grande aiuto. Altrettanto fondamentale è il miglioramento dell’efficienza degli immobili, a partire da quelli pubblici.

Elementi da sottolineare: abbiamo tanti giovani bravi (che vanno messi nella condizione di operare), un tessuto universitario di altissima qualità, una Regione che sta cercando di stimolare la R&S (siamo la seconda regione europea per livello assoluto di investimento). Abbiamo a disposizione il meglio, ma non ci dobbiamo fermare. La riforma sull’autonomia (maggiori risorse a disposizione maggiore capacità di programmazione) può davvero essere la svolta per l’ulteriore passo in avanti. Tenendo conto che la Regione dovrà farsi carico anche delle conseguenze dei tagli massicci ai Comuni. Conforta rilevare, comunque, come la cultura della sostenibilità stia entrando sempre di più nella cultura di impresa.

Decarbonizzazione. Non è semplice e va affrontata in maniera sistemica, coinvolgendo anche le altre Regioni che insistono sulla Pianura Padana. Per quanto riguarda il riscaldamento bisogna partire dalla rigorosa imposizione di abbandonare il gasolio nel pubblico. Per la circolazione serve un programma complessivo (credo nello sviluppo del trasporto su ferro e dell’elettrico e penso che la chiusura estemporanea dei centri storici sia una presa in giro), un grande progetto serio e corretto. La terza variabile è quella del sistema produttivo, che va accompagnato con adeguati incentivi. Questo vale anche per la nostra agricoltura, ma con estrema cautela perché è un settore già maltrattato”.

Attilio Fontana

 

 

“La vera sfida non è né regionale né nazionale: si gioca a Bruxelles”

 

“I temi della decarbonizzazione e della mobilità spingono verso l’obiettivo di aumentare la componente elettrica nel mix energetico regionale. Questo significa anche sviluppare le rinnovabili, con una nuova attenzione al territorio.

Invece di finanziare il revamping del mini idroelettrico già in funzione da almeno da 20 o 30 anni, negli anni scorsi è stata premiata l’installazione di nuovi impianti, attaccandosi ad ogni corso d’acqua. Per il futuro dobbiamo invece promuovere il trasferimento di tecnologia e di innovazione sull’esistente, senza più realizzare nuovi impianti. Stesso discorso vale per il fotovoltaico, che deve poter essere sviluppato senza più invadere nuovi campi.

Il tema dell’energia è uno dei più strategici, anche in termini di politica internazionale. Nella nostra regione ci sono 950 mila imprese, quindi moltissime aziende sono piccole o piccolissime, e occorre poter garantire il trasferimento tecnologico anche a queste realtà. Molti progetti europei, invece, non rispondono alla tipologia del nostro tessuto imprenditoriale; la progettazione e l’erogazione dei fondi non può chiaramente essere la stessa per la Lombardia e la Germania.

Quindi, la vera sfida, per i settori ad alto tasso di innovazione non è quindi né regionale né nazionale. Si gioca a livello europeo”.

Dario Violi

 

Rottamiamo gli edifici troppo energivori senza ulteriore consumo di suolo”

“Il settore idroelettrico è il primo a cui dobbiamo mettere mano. Ci sono concessioni di impianti importanti scadute e non si può pensare di gestirle ancora in proroga: occorre fare le gare. Bisogna anche mettere uno stop alla proliferazione dei mini impianti, che rendono poco e hanno un impatto territoriale. Nel recente passato il solare ha avuto uno sviluppo anche eccessivo, quando è andato a discapito dei suoli agricoli. Ha tuttavia ulteriori spazi di sviluppo (credo in una nuova stagione!) per quanto riguarda l’installazione su tetti di capannoni e siti industriali.

Poi, la riqualificazione del tessuto edificato e del costruito, senza ulteriore consumo di suolo, pensando anche alla rottamazione degli edifici energivori e in cattive condizioni. Per quanto riguarda la riqualificazione energetica, abbiamo incentivi, meccanismi, ma non sempre si riescono ad aggregare e non possono così dispiegare il loro pieno effetto.

Ricerca. Oggi la Lombardia investe l’1,34 per cento del PIL, come somma pubblico e privato, meno della metà di quanto l’Europa raccomanda come obiettivo. Il problema del trasferimento tecnologico è quello a cui dobbiamo dare maggiore attenzione, migliorando anche il raccordo tra le start up e gli incubatori, e favorendo il collegamento con imprese di maggiori dimensioni.

Digitale. Non sono né apocalittico né iper-ottimista. Certo serviranno nuove competenze e si potranno creare delle discontinuità, ma questo è già successo in passato. Può essere un elemento di enorme semplificazione della macchina burocratica e uno straordinario fattore di competitività e produttività, ma resta pur sempre centrale il ruolo delle persone. Non deve per altro fermarsi alle grandi realtà di dimensione internazionale, ma arrivare per percolamento anche alle piccole e medie imprese. Il digitale potrà abilitare anche comportamenti più virtuosi nell’utilizzo delle risorse e nel risparmio di acqua; è quindi uno strumento di efficientamento.

Qualità dell’aria. La Lombardia ha i peggiori valori d’Europa. Occorre adottare un metodo condiviso con le altre ragioni, più coraggioso rispetto a quanto fatto finora. Fondamentale la rottamazione anche dei sistemi di riscaldamento chiudendo la partita con il gasolio entro il 2025.

Mobilità. Occorre mettere in agenda un calendario in cui si fissano delle date precise che comportano la messa in mora di veicoli con determinati livelli di emissioni. Per il 2035 mi piacerebbe che in Lombardia circolassero solo auto elettriche, ibride o a metano.

Giorgio Gori

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