L’esigenza di definire un percorso di produzione e consumo di energia tale da favorire il passaggio da un sistema energetico basato sulle fonti energetiche di origine fossile (petrolio, carbone e gas naturale), ad un sistema energetico basato su una importante diffusione delle fonti energetiche rinnovabili mantenendo ferma la stabilità, l’equilibrio e la resilienza della rete, impone una presa di responsabilità e un forte impegno collettivo per il raggiungimento degli obiettivi globali di sostenibilità e mitigazione del cambiamento climatico.

Questo implica/richiede un cambio di paradigma, non solo tecnologico, che guarda alla generazione distribuita anche come riconoscimento del ruolo dell’utente finale nella definizione stessa del cambiamento.

Nonostante lo sviluppo di diverse politiche energetiche mirate alla diffusione delle fonti energetiche rinnovabili, obiettivi di riduzione delle emissioni di gas climalteranti in atmosfera sempre più ambiziosi appare ancora tortuoso il cammino verso un vero e proprio “passaggio d’epoca”.

A fronte, infatti, di una consapevolezza collettiva rispetto all’impatto che la produzione e il consumo di energia ha sull’ambiente, ancora forti sono le resistenze (anche e soprattutto mentali) ad una ridefinizione dei consumi e ad un avvicinamento psicologico alla questione energetica che si basi sulla natura multidimensionale e multidisciplinare della stessa.

Un cambiamento che diventa una vera e propria sfida per le comunità energetiche rinnovabili che possono, nella loro dimensione innovativa e all’interno di un quadro interpretativo complesso, diventare allo stesso tempo punti di arrivo e punti di partenza nel sentiero della transizione energetica.

Un fenomeno nuovo e affascinante che per essere letto necessita di un approccio olistico che miri a leggerne sia l’aspetto simbolico che l’innovazione tecnologica e sociale ad esso sotteso.