La mobilità attiva è considerata un modo sostenibile per spostarsi negli ambienti urbani, anche se la mancanza di infrastrutture e gli scarsi standard di sicurezza stradale possono rendere questa modalità di trasporto molto più pericolosa di quanto non si possa pensare.

Questo studio valuta, da un punto di vista economico, i benefici per la salute derivanti dal passaggio da auto/moto private alla mobilità attiva per gli spostamenti urbani in Italia, considerando sia gli effetti sulla mortalità che sulla morbilità. L’effetto complessivo sulla salute è infatti la risultante di effetti positivi (aumento dell’attività fisica) e negativi (maggiore assunzione di inquinanti atmosferici e aumento del rischio di lesioni stradali).

Gli impatti sulla salute sono misurati utilizzando gli anni di vita corretti per la disabilità (DALY) e tradotti in termini monetari utilizzando il valore di un anno di vita (VOLY) o il valore di una vita statistica (VSL). In media, l’effetto complessivo sulla salute del cambiamento modale è negativo. Ciò è dovuto principalmente all’alto tasso di incidenti stradali per pedoni e ciclisti che caratterizza le città italiane.

L’effetto negativo dell’aumento dell’inalazione degli inquinanti atmosferici è trascurabile se confrontato con l’effetto degli infortuni stradali. Nel caso di biciclette/e-bike, l’effetto complessivo sulla salute è positivo nelle città caratterizzate da buone infrastrutture ciclabili.