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Analisi della fase in-vessel dell’incidente all’Unità 1 di Fukushima

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Analisi della fase in-vessel dell’incidente all’Unità 1 di Fukushima

L’analisi dell’incidente all’unità 1 di Fukushima Daiichi è stata condotta allo scopo di identificare le principali fenomenologie coinvolte nell’incidente. In particolare è stata studiata la fase in-vessel valutando il comportamento termoidraulico, il degrado del nocciolo, l’idrogeno generato e il rilascio dei prodotti di fissione. L’analisi, eseguita con il codice MELCOR mette inoltre in evidenza le incertezze legate alla cronologia degli eventi e alle condizioni dell’impianto.

Il terremoto del 11 Marzo 2011 ha comportato lo spegnimento automatico di 11 centrali nucleari nei quattro siti lungo la costa nord-orientale del Giappone e la mancanza di alimentazione elettrica dalla rete. I generatori diesel di emergenza sono entrati correttamente in funzione al fine di mantenere il raffreddamento sia dei reattori sia delle piscine contenenti il combustibile esaurito. Lo Tsunami ha in seguito colpito la costa ed è stato stimato che le onde che hanno colpito la centrale nucleare di Fukushima Daiichi abbiano superato i 14 metri di altezza.Il conseguente allagamento dei locali contenenti i diesel di emergenza ha comportato il loro spegnimento e la fornitura di energia elettrica è venuta a mancare per le Unità 1-5. Questo studio è stato focalizzato sull’Unità 1 della centrale nucleare di Fukushima Daiichi, che 1 ha subito i maggiori danni (più di 14 ore senza raffreddamento): gran parte del nucleo è fuso raccogliendosi sul fondo del recipiente a pressione del reattore sino a provocarne il cedimento. L’analisi è stata effettuata con il codice MELCOR e l’input è stato costruito basandosi sui dati pubblici riguardanti l’impianto di Fukushima, e altri impianti simili. In particolare, è stata studiata la fase in-vessel, analizzando la progressione dell’incidente fino allarottura del recipiente. I risultati della simulazione sono stati confrontati con le simulazione effettuata dalle organizzazioni Giapponesi, NISA, JNES e TEPCO, presentati in una relazione ufficiale. Lo studio ha posto l’attenzione sulle principali fenomenologie coinvolte nell’evoluzione dell’incidente:
•Scoprimento del nocciolo in seguito alla perdita del liquido di raffreddamento, ossidazione delle guaine del combustibile, degrado del nocciolo, fusione e rilocazione del materiale fuso;
•Rottura del vessel;
•Produzione di idrogeno;
•Rilascio dei prodotti di fissione.
Lo studio ha inoltre evidenziato le incertezze relative alla cronologia degli eventi e ai dati di input. Il lavoro è stato svolto in collaborazione con ENEA UTFISSM-SICSIS.

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