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Analisi Multi-Criteri per l’ottenimento di un ranking di impianti di pompaggio tradizionali e marini, dal punto di vista tecnico, economico e ambientale

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Analisi Multi-Criteri per l’ottenimento di un ranking di impianti di pompaggio tradizionali e marini, dal punto di vista tecnico, economico e ambientale

Metodologia di Analisi Multi-Criteri per definire ranking e scenari di sviluppo di pompaggio idroelettrico tradizionale e marino, considerando i criteri tecnici, economici e ambientali, indicatori di interrimento, di costo, di congestione della rete, di cambiamento climatico, di vicinanza ad aree di frane e vincolate, ecc., e in accordo al fabbisogno di accumulo al 2030 in Calabria, Sardegna e Sicilia.

L‘incremento dell’uso di elettricità prodotta da fonti rinnovabili non programmabili, come eoliche e fotovoltaiche, causa instabilità nel sistema elettrico. Per attenuare il problema, è necessario aumentare la capacità di accumulo nella rete. A questo proposito, Terna ha delineato scenari futuri per il fabbisogno di nuovo accumulo seguendo le direttive del pacchetto climatico Fit-for-55.

 

Gli impianti di pompaggio idroelettrico (Pumped Hydro Energy Storage, PHES) rappresentano risorse importanti, soprattutto per le regioni meridionali. Si rende quindi necessario sviluppare metodologie di localizzazione e caratterizzazione sostenibile di nuovo PHES, utilizzando grandi invasi esistenti o configurazioni innovative di sfruttamento del mare. Il presente lavoro illustra un approccio basato su un’Analisi Multi-Criteri per la caratterizzazione e il ranking di possibili PHES tradizionali e marini, finalizzati all’incremento dell’accumulo elettrico.

 

La metodologia è stata applicata alle regioni di Calabria, Sardegna e Sicilia, considerando il fabbisogno di accumulo delineato dallo scenario di Terna. I pesi per i diversi indicatori sono stati definiti con alcuni stakeholder italiani ed internazionali del settore quali gestori idroelettrici, università e centri di ricerca. La metodologia considera criteri come la disponibilità e l’esigenza di flessibilità, aspetti economici e di facilità di approvazione e realizzazione degli impianti, tenendo conto anche dell’effetto della sovrapposizione e vicinanza con aree vincolate.

 

Sono stati delineati 31 indicatori di diversa natura, tra cui l’incidenza dell’interrimento nei PHES tradizionali, gli effetti del cambiamento climatico, la vicinanza a reti AT congestionate, le opportunità di installazione di dissalatori per zone in sofferenza, l’effetto della produzione locale da fonti rinnovabili, i costi e i benefici economici, gli impatti delle opere in fase di cantiere, ecc.

 

Dall’applicazione metodologica è sato possibile ottenere, per ciascuna delle regioni considerate e per i diversi stakeholders, l’insieme di impianti PHES necessari a garantire diverse ipotesi di copertura del fabbisogno di accumulo previsto. Negli scenari di sfruttamento misto (tradizionale e marino), il fabbisogno è coperto prevalentemente con impianti di tipo marino in Calabria e Sardegna, mentre per la Sicilia si ha una tendenza a coprire il fabbisogno mediante impianti di pompaggio di tipo tradizionale di taglia media.

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