L’attività ha consentito di identificare alcune dinamiche di degrado del componente “giunto” dei cavi MT proponendo soluzioni innovative da affiancare a quelle già consolidate per migliorare le caratteristiche di risposta delle infrastrutture alle sollecitazioni ambientali ed antropiche attraverso l’introduzione di nuove tecnologie e nuovi componenti nel settore elettrico. RSE ha sviluppato nel proprio laboratorio di Diagnostica Cavi MT una facility che permette sia lo studio delle dinamiche di degrado del sistema isolante in condizioni simulate di terreno essiccato, sia lo studio dell’effetto dell’umidità nel caso di posa diretta dei componenti nel terreno, prima e dopo precipitazioni di diversa intensità.

Lo studio è stato effettuato con tecniche diagnostiche innovative affiancate a quelle tradizionali per il rilievo del Tgd e delle scariche parziali. Si può affermare che la temperatura ha un ruolo importante nel processo di degrado dei sistemi isolanti: infatti, nei giunti autorestringenti, spesso genera uno scorrimento tra i materiali con diversi coefficienti di dilatazione, creando sedi di attività per le scariche parziali.

Nel caso di posa diretta nel terreno, la presenza di umidità costituisce un buon elemento di dissipazione termica ma, nel caso in cui le barriere idrauliche, realizzate a monte e a valle del giunto, siano poco efficienti, l’acqua penetra, favorendo il processo di degrado delle performance del componente. Nel corso dell’anno sono stati valutati, in termini di affidabilità ed efficienza, anche alcuni sistemi di acquisizione da inserire direttamente nella rete Internet of Thing per acquisire informazioni localizzate sul livello di corrente che circola nei conduttori dei cavi, sulla temperatura superficiale del giunto e del terreno oltre al livello di umidità presente in quest’ultimo.

Altro obiettivo dell’attività svolta è rendere disponibili agli Stakeholder metodologie e strumenti in grado di agevolare la gestione e la manutenzione della rete di distribuzione dell’energia elettrica, incrementandone la resilienza e riducendo i disservizi per l’utente finale. È in corso la messa a punto, in collaborazione con l’Università di Trieste, di un prototipo di sistema di misura avanzato in grado di acquisire ed interpretare il fenomeno delle scariche parziali; questa esigenza nasce dal fatto che gli strumenti commerciali consentono limitati spazi di elaborazione dei segnali che nella maggior parte dei casi sono resi disponibili in formato proprietario.