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Definizione di metodologie finalizzate alla stima della pericolosità di allagamento e delle frane superficiali

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Definizione di metodologie finalizzate alla stima della pericolosità di allagamento e delle frane superficiali

In questo documento è riportato lo studio, con relativi test di verifica di due metodi speditivi, per la caratterizzazione del pericolo di inondazione e di frane che possano comportare danni alla Rete elettrica di Trasmissione Nazionale (RTN). I metodi sono stati implementati in codici di calcolo in linguaggio Python e successivamente testati su aree campione verificando la loro capacità di previsione rispetto a mappature già note della pericolosità.

Lo studio descritto in questo documento è finalizzato alla caratterizzazione di alcune minacce al sistema energetico nazionale generate da eventi meteorologici estremi e riguarda in particolare la mappatura delle aree soggette al pericolo di inondazione e frane che possano comportare danni alla Rete elettrica di Trasmissione Nazionale (RTN).

 

Per consentire analisi rapide a scala nazionale, lo studio prende in considerazione metodi di tipo speditivo che siano in grado di fornire in tempi contenuti valutazioni complessive del pericolo, anche allo scopo della definizione e prioritarizzazione di macro-interventi o eventualmente di pianificare studi mirati di approfondimento locale.

 

Per quanto riguarda la mappatura del pericolo di allagamento, si è scelto di implementare e testare su un’area campione di 29000 km2 del bacino del Po la metodologia detta Geomorphic Flood Index (GFI), un indice morfologico il cui valore può essere calibrato per diversi Tempi di Ritorno.

 

La verifica dei risultati rispetto alle mappe esistenti prodotte dall’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po ha dimostrato che esso ha una notevole capacità di identificare in maniera speditiva e con buona approssimazione le aree effettivamente suscettibili all’allagamento e che inoltre ha la possibilità di ricercare situazioni di possibile pericolo anche in aree ancora non mappate.

 

Relativamente ai metodi speditivi per la stima della pericolosità delle frane pluvio-indotte, ossia innescate da eventi pluviometrici intensi, è stato studiato e implementato un metodo che affina quelli classici basati sulla pendenza, aggiungendo alcuni parametri relativi alla stabilità dei pendii e ne valuta la frequenza stimando il tempo di ricarica del materiale mobilitabile dopo il verificarsi di un evento.

 

La verifica su un’area test in Valtellina (Provincia di Sondrio), con la mappa dell’“Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia” (IFFI) conferma che esso è un valido classificatore delle aree soggette a frane pluvio indotte ed è in grado di discernere, a parità di frequenza delle piogge, sottozone differenti.

 

Al fine, inoltre, di predisporre uno strumento per analisi di approfondimento a scala di bacino idrografico, nell’ultimo capitolo sono descritti degli aggiornamenti del modello geo-idrologico CRHyME corredati di applicazioni dimostrative in aree campione. I risultati ottenuti dimostrano le capacità del modello di simulare eventi alluvionali o franosi che possono impattare sul sistema elettro energetico.

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