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Effetti sulla qualità dell’aria a scala nazionale e regionale di interventi di efficienzaenergetica: scenario base

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Effetti sulla qualità dell’aria a scala nazionale e regionale di interventi di efficienzaenergetica: scenario base

Modellistica numerica di chimica e trasporto per la valutazione dell’impatto sulla qualità dell’aria di scenari emissivi derivanti da interventi di efficienza energetica: scenario di riferimento per la qualità dell’aria a scala nazionale e di bacino.

L’inquinamento atmosferico, nocivo per la salute e gli ecosistemi, è già da tempo oggetto di politiche d’intervento nazionali ed europee che hanno portato a significativi miglioramenti, ma non hanno risolto definitivamente il problema. In particolare, questo lavoro esamina, attraverso strumenti modellistici, lepotenzialità di interventi di efficienza energetica, che possono rappresentare un efficace strumento di contrasto ai problemi di qualità dell’aria. L’applicazione del sistema modellistico, che ha riguardato sia l’intero territorio italiano, che la sola area della pianura padana, ha richiesto in primo luogo la ricostruzione delle necessarie informazioni di input costituite principalmente da campi meteorologici ed emissivi. Successivamente si è proceduto all’applicazione del modello CAMx, grazie al quale è stato possibile ricostruire l’evoluzione spaziale e temporale della qualità dell’aria. Il risultato ottenuto, relativo all’anno 2010, costituisce lo scenario base, ovvero il termine di riferimento su cui valutare in modo quantitativo le eventuali variazioni prodotte dalle politiche di efficienza energetica che si intendono implementare. Il modello ha ricostruito la concentrazione atmosferica di tutti i principali inquinanti atmosferici. In particolare, la concentrazione media annua di PM2.5, uno dei composti di maggiore interesse e criticità, è risultata compresa fra 5 μg/m3, riscontrati nelle aree alpine fino a superare 30 μg/m3 nelle aree urbane della pianura padana. La normativa attualmente in vigoreprevedeva per l’anno 2010 la definizione di un valore target pari a 25 μg/m3, che è risultato quindi ampiamente disatteso in molte aree italiane. Il successivo confronto con i dati misurati ha confermato la sostanziale correttezza della ricostruzione modellistica, fatta eccezione per una parziale sottostima delle concentrazioni più elevate di PM2.5 che si osservano durante il periodo invernale e ascrivibile principalmente alla difficoltà del modello nel simulare la frazione organica dell’aerosol. Complessivamente, il risultato ottenuto dal modello è risultato sufficientemente affidabile e quindi adeguato ad una successiva valutazione dell’impatto degli scenari di riduzione delle emissioni. L’attività svolta, inoltre, ha permesso anche di approfondire alcuni aspetti strettamente connessiall’utilizzo dei modelli, quali la ricostruzione dei processi di formazione dell’ammonio, una specie chiave nella formazione del particolato; la valutazione della capacità dei modelli di ricostruire l’evoluzione temporale dell’altezza dello strato di rimescolamento; il confronto fra tecniche modellistiche per la stima del ruolo delle sorgenti. Infine, per quanto riguarda la valutazione alla scala locale è stata sviluppata una nuova versione del codice SPRAY che verrà resa accessibile sia alla comunità scientifica sia a fini applicativi pratici.

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