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Fondazioni di turbo-alternatori – Metodologie per la verifica del comportamento strutturale e per gli eventuali interventi di ripristino

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Fondazioni di turbo-alternatori – Metodologie per la verifica del comportamento strutturale e per gli eventuali interventi di ripristino

Recently updated on Aprile 7th, 2021 at 12:08 pm

Tra gli impianti di produzione di energia elettrica installati in tutto il mondo, oltre un terzo ha più di 30 anni ed è quindi piuttosto comune il caso in cui è necessario procedere alla sostituzione delle macchine, ormai obsolete o giunte al termine della loro vita utile. Questo problema si presenta anche per i turboalternatori di elevata potenza, in particolare per quelli montati a quote superiori al livello del suolo, e comporta in generale una approfondita revisione delle loro strutture di fondazione. Tali strutture, correntemente chiamate “cavalletti”, sono generalmente realizzate in c.a. (cemento armato), hanno una struttura massiccia e sono piuttosto complesse, non tanto per lo schema strutturale, ma a causa dei requisiti, spesso contrastanti, cui devono rispondere. I cavalletti, in analogia a quanto si può verificare a tutte le strutture in c.a., possono essere soggetti nel corso della loro vita a condizioni o eventi che determinano il degrado delle caratteristiche dei materiali o delle prestazioni strutturali. In tale evenienza, e in relazione al grado di declassamento, sono necessari interventi di crescente entità. Nel caso limite di una eventuale sostituzione delle macchine va verificata la possibilità di un riutilizzo delle fondazioni. In questo caso va valutato lo stato di conservazione dell’opera e, in funzione di questo e dei carichi forniti dal nuovo macchinario, va verificato lo stato tensio-deformativo e il comportamento dinamico del cavalletto. Nel rapporto vengono descritti i principali metodi e le tecniche per la caratterizzazione di una fondazione esistente e come sia possibile individuare le possibili fonti di un degrado in atto. Vengono inoltre riportati esempi di ripristino del calcestruzzo danneggiato, di modifiche al sistema degli ancoraggi e di interventi sugli elementi strutturali. In allegato viene riportato un articolo che descrive le caratteristiche, le modalità d’impiego nonché i vantaggi, rispetto ai metodi tradizionali di misura delle deformazioni delle strutture, del metodo del “livello idrostatico”, messo a punto ed utilizzato da decenni dall’ENEL. Tra le poche informazioni disponibili in letteratura sono stati selezionati due articoli che descrivono come si può procedere nel caso si debba riadattare un vecchio cavalletto o ripararne uno severamente danneggiato dal fuoco.

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