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Impronta idrica della produzione elettrica in Italia e possibili trend futuri

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Impronta idrica della produzione elettrica in Italia e possibili trend futuri

Obiettivo dell’attività descritta nel presente rapporto è la valutazione dell’impronta idrica del mix elettrico italiano, in conformità con la ISO 14046.

Obiettivo del presente lavoro è la valutazione dell’impronta idrica del mix elettrico italiano, seguendo l’approccio metodologico della ISO 14046:2014 e concentrando l’attenzione sulla “water scarcity footprint”. Quello presentato è tra i primi casi studio in questo specifico campo del Life Cycle Assessment (LCA), su cui il dibattito scientifico è ancora aperto a livello internazionale (si pensi ad esempio alle attività portate avanti sull’argomento dall’UNEP-SETAC Life Cycle Initiative). Infatti sebbene il concetto di impronta idrica sia da diversi anni oggetto di studio, la ISO 14046:2014 ha solo recentemente definito un nuovo quadro di riferimento metodologico per l’applicazione dell’impronta idrica all’interno della LCA. 

Per la fase di valutazione d’impatto è stato scelto AWARE – Available WAter Remaining, un nuovo metodo (pubblicato nel 2017) da utilizzare come indicatore d’impatto mid-point sulla scarsità idrica. I risultati mostrano che pur contribuendo al mix elettrico nazionale per una quota del 18,5%, l’energia idroelettrica domina sul consumo idrico complessivo del mix (oltre il 66%), poiché presenta un consumo specifico molto più elevato rispetto alle altre fonti. Inoltre, in termini di impronta idrica il contributo dell’idroelettrico è ulteriormente accentuato (78%). Dall’altra parte, le centrali a gas naturale con un contributo al mix del 28% coprono solo il 3.51% del consumo di acqua e circa il 3.6% dell’impronta idrica.

Con una quota di circa il 7% nel mix, il fotovoltaico contribuisce per il 3.5% al consumo e il 2.7% all’impronta idrica, mentre con una quota del mix pari al 14%, l’elettricità importata rappresenta il 17% del consumo, ma solo l’8% dell’impronta idrica. È stato, poi, valutato il consumo di acqua di mix elettrici futuri, al 2030 e al 2050. A fronte di un aumento della domanda di elettricità (+ 9% nel 2030 e + 40% nel 2050) si stima una considerevole diminuzione nel consumo idrico ad essa associato (-23% a 2030 e -16% a 2050), rispetto all’anno 2014. La riduzione del consumo è, sostanzialmente, guidata dalla diminuzione dell’elettricità prodotta da idroelettrico e non viene compensata dall’aumento dell’elettricità immessa in rete.

Da un punto di vista metodologico, accompagnare i risultati con un’analisi dei consumi per localizzazione geografica ha consentito una più completa interpretazione degli stessi e di identificare quei dati che richiedono miglioramenti e approfondimenti.

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