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Incentivazione dell’energia elettrica prodotta da biomasse e rifiuti: status, problematiche applicative, attività di normazione

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Incentivazione dell’energia elettrica prodotta da biomasse e rifiuti: status, problematiche applicative, attività di normazione

Contributo tecnico alle attività di Enti normatori nazionali (CTI/UNI) in materia di rifiuti, CSS, strumenti e metodi per la quantificazione della frazione biodegradabile di combustibili ibridi. Problematiche legate all’applicazione dei meccanismi di incentivazione nel caso di rifiuti e bioliquidi. Collaborazione internazionale a IEA Bioenergy-Task 36.

La valorizzazione energetica dei rifiuti ha assunto negli ultimi anni un interesse crescente sia come modalità ammessa di gestione del rifiuto, a valle del recupero e del riciclo, sia in relazione all’incentivazione economica che la legislazione vigente che riconosce al contenuto di biomassa in essi presente per taluni anche in “semplice” regime forfettario. Per specifiche tipologie di rifiuto poi – è il caso del CDR (Combustibile Derivato da Rifiuti, che assume ai sensi della nuova disciplina sui rifiuti la denominazione di CSS o Combustibile Solido Secondario),utilizzato in diversi contesti di produzione di energia (piccoli e grandi impianti di combustione, cementifici, termovalorizzatori) – le disposizioni di legge entrate in vigore nel 2013 hanno anche reso possibile la cessazione della qualifica di rifiuto. In altri termini la sua identificabilità non più come rifiuto (identificato da codice CER) bensì come prodotto combustibile (o CSS combustibile). Per altre tipologie di biomassa, non rientranti nella categoria dei rifiuti ma anch’esse utilizzate per produzione di energia elettrica e oggetto di incentivazione – è il caso ad esempio dei bioliquidi – le disposizioni legislative prevedono il requisito della tracciabilità e, in particolare del requisito di sostenibilità, vincolante ai fini del riconoscimento dell’incentivo economico spettante all’energia da fonte rinnovabile e della dimensione di questo. La classificazione e le specifiche del materialecombustibile (in particolare nel caso del CSS, sia esso rifiuto o prodotto combustibile), le metodologie analitiche a queste correlate e funzionali, come la modalità (metodologia) con cui è determinabile la quota di energia dirinnovabile in impianti alimentati con combustibile parzialmente biodegradabile (CPB) o con un mix di combustibili (CCB, CPB, fossili) al pari dell’identificabilità (prodotto, sottoprodotto, rifiuto; OVP), tracciabilità e sostenibilità del combustibile, sono aspetti con un peso rilevante sia per gli operatori del settore che per gli enti di controllo (GSE, ARPA, ..). Questi aspetti sono stati oggetto di attenzione della Linea 1 del Progetto sia attraverso un’analisi della legislazione vigente e delle criticità interpretative ed applicative in essa evidenziabili, siaattraverso il contributo fornito alle attività di Enti normatori nazionali e internazionali. Norme tecniche specifiche e/o Linee guida operative elaborate dagli Enti normatori (UNI, CTI; CEN; ISO) costituiscono, infatti, unriferimento applicativo importante e riconosciuto dalla stessa legislazione vigente sia in materia di rifiuti che di incentivazione dell’energia da fonte rinnovabile. E’ proseguita, infine, la collaborazione internazionale nell’ambito dell’Implementing Agreement Bioenergy/Task 36 Integrating Energy Recovery into Solid Waste Management di IEA (International Energy Agency), che ha visto nel periodo di riferimento una specifica focalizzazione sui temi dei combustibili derivati da rifiuto e della digestione anaerobica dei rifiuti urbani.

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