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Metodologia per il controllo resiliente e coordinamento tra le reti interdipendenti di trasmissione e distribuzione

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Metodologia per il controllo resiliente e coordinamento tra le reti interdipendenti di trasmissione e distribuzione

Il rapporto presenta un modello surrogato per tenere conto in modo efficiente dei servizi di flessibilità forniti dalle risorse nelle reti di distribuzione ai problemi di miglioramento della resilienza dei sistemi di trasmissione, nonché la specificazione della formulazione del controllo resiliente delle reti di trasmissione al caso dell’esercizio quasi real time, confrontando diverse funzioni obiettivo del controllo in termini di limitazione del degrado del sistema e costi per le azioni di controllo.

Approcci non coordinati alla valutazione della resilienza ed alle strategie di mitigazione da parte dei gestori dei sistemi di trasmissione (TSO) e dei gestori dei sistemi di distribuzione (DSO) possono portare a soluzioni non ottimali. Il rapporto descrive un modello surrogato per simulare in modo efficiente i servizi di flessibilità di accumuli, generazione e carichi, presenti nelle reti di distribuzione, all’interno di formulazioni di problemi per il miglioramento della resilienza del sistema di trasmissione. Nelle simulazioni la corrispondenza tra le aree delle curve di capability del modello surrogato e del modello completo va dall’83% (nelle ore di carico elevato con congestioni di rete ridotte) al 46% (nelle ore a basso carico e margini limitati di flessibilità).

 

Per mitigare il degrado delle prestazioni del sistema a causa di contingenze multiple derivate da eventi meteorologici estremi, si adatta la formulazione generale del controllo della resilienza, sviluppata nell’annualità precedente, all’esercizio quasi real time. Tale formulazione considera il processo di ripristino dei componenti guasti e le incertezze relative alle vulnerabilità dei componenti, considerando trascurabili le incertezze sul carico e sulla generazione rinnovabile. Sono applicate diverse funzioni obiettivo per limitare o minimizzare le metriche di degrado del sistema (ad es. il valore condizionato a rischio, CVAR, del Costo dell’Energia Non Servita, CENS).

 

Le simulazioni su una rete test IEEE di medie dimensioni (118 bus) dimostrano che la strategia di limitazione CVAR comporta costi complessivi inferiori per azioni preventive e correttive, ma aumenta il rischio di CENS: richiede costi per azioni preventive inferiori o nulli ma costi attesi per azioni correttive più elevati rispetto all’approccio di minimizzazione del CVAR, il che risulta interessante per gli operatori, che preferiscono azioni correttive per ragioni economiche.

 

I costi per le azioni di miglioramento della resilienza aumentano quando crescono i tempi di ripristino dei componenti fuori servizio; quanto più ampia è la coda della distribuzione del CENS, tanto minori sono gli indici di degrado (rischio e CVAR del CENS) conseguiti dalla strategia di minimizzazione del CVAR, mentre per la strategia di limitazione del CVAR si riscontrano effetti trascurabili sugli indici di degrado e sui costi delle azioni. La riduzione della soglia di CVAR nella strategia di limitazione del CVAR fa sì che questa strategia sposti la soluzione dalle azioni correttive a quelle preventive. Quando il CVAR minimo ottenibile è superiore alla soglia impostata per il CVAR, la strategia di limitazione del CVAR raggiunge lo stesso valore di CVAR della strategia di minimizzazione del CVAR.

 

Il controllo resiliente per l’esercizio quasi in real time sarà esteso per includere misure coordinate tra DSO e TSO e migliorarne l’applicabilità a casi di studio realistici.

 

Il Rapporto è disponibile sul sito inglese

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