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Mobilità urbana: le esternalità di veicoli privati in ottica di ciclo di vita

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Mobilità urbana: le esternalità di veicoli privati in ottica di ciclo di vita

Secondo una recente stima della EEA, dal 2009 al 2019 si è assistito a un aumento del 33% delle emissioni climalteranti del settore dei trasporti. Ciò impone di accelerare le misure atte all’ottenimento della neutralità climatica valutando gli effettivi vantaggi che i mezzi elettrici, ed in primis quelli per la micromobilità, possono portare in termini di decarbonizzazione e di miglioramento della qualità della vita.

Il presente studio intende supportare i policy maker nell’effettuare scelte capaci di invertire l’attuale tendenza. Mediante l’approccio del ciclo di vita, infatti, si forniscono elementi di confronto tra le prestazioni di mezzi per gli spostamenti casa-lavoro e la consegna merci dell’ultimo miglio in area urbana, in termini di Carbon Footprint e consumo di risorse (indicatori CLCC e critical CLCC).

 

Inoltre, integrando LCA ed esternalità, si fornisce una stima dei costi esterni delle opzioni tecnologiche offrendo, per la prima volta, una lettura dei risultati per fase del ciclo di vita. Per i mezzi a pedalata assistita, vengono valutati gli effetti del consumo di cibo conseguente allo sforzo muscolare del rider (vettore energetico food).

 

I risultati ottenuti mostrano come, per la mobilità casa-lavoro, i mezzi per la micromobilità siano sempre l’opzione migliore rispetto alla decarbonizzazione, seguiti dalle auto elettriche. La ebike è seconda al monopattino solo a causa del contributo della filiera food. Rispetto ai costi esterni complessivi, invece, il monopattino elettrico mostra le prestazioni peggiori in assoluto, a causa della elevata incidentalità. Tra le auto, la migliore è quella elettrica e la peggiore è quella a benzina. Per le auto, buona parte dei costi esterni ambientali è legata alla fase d’uso dei mezzi, con un contributo significativo da parte del rumore. I benefici della mobilità attiva sono maggiori dei costi esterni ambientali generati dalla ebike.

 

Risultati analoghi emergono per la logistica dell’ultimo miglio, con la ecargobike che risulta sempre essere l’opzione migliore, seguita dal furgone elettrico. La maggior parte dei costi esterni ambientali, per la ecargobike, proviene dalla fase di produzione di mezzo e batteria, mentre per i furgoni, è preponderante il contributo dalla fase d’uso.

 

Quanto all’indicatore CLCC i veicoli elettrici, pur essendo vantaggiosi dal punto di vista del consumo di risorse, sono problematici per il consumo di risorse critiche la cui disponibilità potrebbe rappresentare, nei prossimi anni, il principale impedimento alla diffusione di tali mezzi.

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