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Sperimentazione del sistema di monitoraggio della corrosione sviluppato da RSE presso un impianto termovalorizzatore di rifiuti

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Sperimentazione del sistema di monitoraggio della corrosione sviluppato da RSE presso un impianto termovalorizzatore di rifiuti

Sperimentazione in campo di un sistema di monitoraggio della corrosione sviluppato da RSE: analisi dei dati raccolti presso un impianto termo-valorizzatore di rifiuti solidi urbani utilizzando sonde di tipo diverso, tra cui una sonda resistiva potenzialmente idonea ad eseguire misure in linea dello spessore residuo dei tubi che costituiscono gli scambiatori. Le prove hanno riguardato materiali comunemente in uso nell’impianto stesso.

Nel presente documento sono descritte le attività di sperimentazione in campo – presso un impianto termovalorizzatore di rifiuti urbani – di un sistema di monitoraggio della corrosione e di due diversi tipi di sonde progettate, realizzate e sviluppate da RSE nel corso degli anni precedenti. Una sonda passiva, denominata sonda tipo MM (MultiMateriale), è stata utilizzata per esporreall’interno della caldaia dell’impianto che ha ospitato le prove sia dei campioni dotati di rivestimento protettivo anticorrosivo, sia dei campioni privi di rivestimento (“nudi”) che sono stati eserciti a due diverse temperature allo scopo di valutare la sensibilità alla corrosione del materiale in funzione dellecondizioni di esercizio. Una seconda sonda, di seguito indicata come sonda tipo T&R (Temperatura e Resistenza), è stata utilizzata per attuare il monitoraggio in linea del progredire della corrosione ai danni del materiale esposto: la sonda di questo tipo misura la resistenza elettrica del campione metallico su di essa montato, che aumenta quando lo spessore del campione stesso diminuisce. Questa misura viene eseguita in modo continuo ed automatizzato, senza necessità di estrarre la sonda dalla caldaia. I campioni che sono stati esposti in caldaia – su entrambe le sonde – sono stati realizzati utilizzando il medesimo materiale che ne costituisce i tubi surriscaldatori; pure la geometria dei campioni e la modalità con cui sono stati esposti al flusso di gas caldi sono del tutto analoghi a quelli tipici dei tubi surriscaldatori, cosicché è lecito ritenere che anche l’attacco della corrosione si manifesti con modalità ed intensità confrontabili con quelle che tipicamente interessano l’impianto ospite. Anche i campioni rivestiti sono stati ricavati da spezzoni di tubi dotati di riporto anticorrosivo in lega dinichel che vengono utilizzati per alcuni ranghi dei banchi tubieri surriscaldatori.Alcuni campioni montati sulla sonda di tipo MM sono stati eserciti alla medesima temperatura di lavoro dei tubi SH di riferimento (400°C), mentre per altri si è adottata una temperatura di 50°C superiore; queste ultime condizioni sono state adottate anche per provare i campioni esposti utilizzando la sonda di tipo T&R.L’analisi microscopica e metallografica svolta a posteriori sui campioni esposti in caldaia, così come la misura in linea della corrosione realizzata servendosi della sonda tipo T&R, hanno dimostrato che le condizioni di esercizio esaminate sono tali da generare un fenomeno corrosivo alquanto discontinuo nel tempo ed estremamente poco uniforme nello spazio. Sulla scorta delle prove eseguite e delle considerazioni che ne sono derivate, è stato realizzato un campione da esporre sulla sonda T&R modificato rispetto a quello originariamente previsto; la finalità che si vuole perseguire è la capacità di recepire anche le variazioni di spessore che si presentano localmente sulla superficie del materiale, oltre che in modo diffuso e generalizzato. Il test dell’efficacia di questa soluzione è ancora in corso.

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