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Valutazione del potenziale di diffusione del district sharing – metodologia e casi applicativi

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Valutazione del potenziale di diffusione del district sharing – metodologia e casi applicativi

Il rapporto presenta una sintesi ed alcune applicazioni pratiche della metodologia District Sharing. Il punto di partenza è un’analisi delle realtà già esistenti sul territorio italiano, quali i distretti industriali e le Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate (APEA), per poi valutare le fonti statistiche disponibili e i loro limiti e proporre un esempio di metodologia per l’individuazione di potenziali aree di applicazione del District Sharing.

Il rapporto presenta una sintesi ed alcune applicazioni pratiche della metodologia District Sharing.

Il District Sharing si inserisce nella scia della cosiddetta “simbiosi industriale” e rappresenta un complemento ed un’evoluzione dei concetti di Distretto Industriale e di Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate (APEA), integrando aspetti positivi di entrambe le realtà. In particolare, risulta interessante il concetto di integrazione non solo dell’efficienza energetica, ma di un’“efficienza” a tutto tondo, secondo i principi dell’economia circolare e della simbiosi industriale, all’interno di gruppi di stabilimenti.

Il punto di partenza dello studio è quindi un’analisi di queste realtà già esistenti sul territorio italiano, con la presentazione di alcuni esempi di simbiosi industriale e di integrazione lungo la filiera, per poi proporre una metodologia per l’individuazione di potenziali aree di applicazione del District Sharing su scala più ridotta e locale, in nuove realtà in cui vi sia una forte interazione tra il settore industriale e quello del terziario.

In particolare, si propone una metodologia che conduca ad una mappatura sistematica, a livello nazionale, delle aree produttive e delle imprese in esse presenti, per valutare le potenzialità del District Sharing; in questo studio si è mostrato un possibile approccio, che però si scontra con la mancanza di un database sistematico e di un’anagrafica delle imprese a supporto di tale mappatura, rendendo il lavoro prevalentemente manuale e di scarsa efficienza ed efficacia. Viene presentato un esempio di mappatura e di analisi, a titolo dimostrativo.

Considerati questi limiti, si prevede un’evoluzione del lavoro nel senso di sviluppo dello studio di matrici input/output di settore e di analisi dei processi produttivi e loro efficientamento a tutto tondo, includendo anche gli aspetti legati a riciclo, riutilizzo sottoprodotti ed integrazione dell’efficienza lungo la filiera.

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